Reddito dal 6 marzo alle Poste

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-19

I tempi sono calcolati per fare in modo che per le elezioni europee di maggio ci saranno in circolazione con tanto di ricarica già spendibile le schede prepagate. Il percorso a ostacoli tra INPS e centri per l’impiego

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Sarà mercoledì 6 marzo il primo giorno utile per entrare in uno dei 12.824 uffici delle Poste e chiedere il Reddito di Cittadinanza. I tempi sono calcolati per fare in modo che per le elezioni europee di maggio ci saranno in circolazione con tanto di ricarica già spendibile, buona parte delle potenziali 1,7 milioni di carte prepagate di Poste destinate ai titolari del Reddito di Cittadinanza.

Reddito dal 6 marzo alle Poste

Ma il percorso, spiega oggi il Corriere della Sera, sarà a ostacoli. Si parte il 6 per evitare l’incrociarsi della fila delle pensioni, visto che tutti all’ufficio postale troveranno il modulo da compilare con i dati anagrafici, la situazione ISEE aggiornata e una serie di informazioni sullo stato patrimoniale immobiliare e mobiliare, che si fanno con un’autocertificazione: vale per la proprietà della casa, del conto corrente, del contratto di locazione o dell’auto. I dati vanno consegnati allo sportello che li manderà all’INPS: in cinque giorni si dovrà esaminare ogni pratica e verificare se le condizioni di accesso al reddito di cittadinanza sono soddisfatte.

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Reddito di cittadinanza: come si perde (Il Giornale, 19 gennaio 2019)

Qui si rischia chiaramente l’ingolfamento, visto che il check dell’INPS è decisivo: il possesso di una moto di cilindrata superiore ai 250 cc con meno di due anni di vita, ad esempio, è un motivo di esclusione così come il possesso di una seconda casa che valga più di 30mila euro.

A complicare ancora il percorso c’è che il decreto prevede che siano i comuni a informare l’Inps nei tempi stabiliti della sussistenza dei requisiti di cittadinanza, residenza da almeno 10 anni in Italia ed eventuale possesso del permesso di soggiorno. Resta da chiarire quanti giorni si riserva l’Istituto per comunicare al richiedente che la domanda è stata accolta e calcolare l’importo spettante. La comunicazione avverrà via sms, per email o per posta.

Se la domanda è accolta l’Inps trasmette anche a Poste sia il totale dell’importo del Rdc sia l’entità della parte che sarà possibile prelevare in contanti. Poi avvertirà entro una settimana il titolare che è possibile ritirare la prepagata(anche qui, solo dopo il 6). La carta riporterà un numero seriale e l’intero importo andrà speso nell’arco del mese. L’operazione costerà 6 miliardi nel 2019 .Nel decreto è stata aggiunta una copertura di 400 milioni con un nuovo prelievo sui giochi.

Reddito di cittadinanza, l’assegno a 500 euro mensili

L’assegno medio ritorna a 500 euro mensili. Ma solo perché dal computo sono sparite mezzo milione di famiglie povere. E senza un perché. Lo spiega oggi Repubblica:

Dovevano essere 1,8 milioni quelle assistite dal sussidio, tante quante ne individua Istat in povertà assoluta. Sono scese a 1,3 milioni. Lo dice la relazione al decreto legge, inviata dal ministero del Lavoro alla Ragioneria. Una correzione in corsa, rispetto alle versioni precedenti e alle dichiarazioni del ministro Di Maio, di cui non si conosce il motivo tecnico. Ma che fa tornare i conti.

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La distribuzione del reddito di cittadinanza (La Repubblica, 19 gennaio 2019)

Ora l’assegno medio guadagna terreno rispetto ai 390 euro mensili segnalati da Svimez e anticipati da Repubblica, ma contestati dal Blog delle Stelle. L’accorgimento contabile consente di stare nella spesa. Come pure l’età per la pensione di cittadinanza portata a 67 anni da 65 che consente a Di Maio di affermare che «500 mila pensionati» incasseranno l’integrazione fino a 780 euro al mese (se single), su 5 milioni che vivono con assegni sotto quella cifra.

E ancora: la prima offerta di lavoro, quella che Di Maio consiglia di accettare altrimenti possono scattare controlli visto che le altre sono meno convenienti perché più lontane, sarà entro 100 chilometri oppure «raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici». Il beneficio a chi assume in pianta stabile – da 5 a 18 mensilità di reddito – andrà solo alle imprese che segnalano i posti vacanti alla piattaforma digitale. L’obbligo già esiste, ma è ignorato da vent’anni.

La corsa al reddito di cittadinanza

La corsa al reddito di cittadinanza vedrà comunque avvantaggiati i cittadini del Sud. Siccome le Regioni meridionali sono complessivamente meno popolose (poco più di 20 milioni su 60, circa un terzo), i percettori di reddito di cittadinanza saranno proporzionalmente più numerosi in queste ultime. Le aree del Paese in cui l’incidenza della povertà è minore, e nelle quali verosimilmente affluiranno meno redditi di cittadinanza, sono nell’ordine il Nord-Est e il Centro, entrambe poco sopra al 6 per cento. Un valore pari alla metà di quello di Sicilia e Sardegna prese insieme (12,7 per cento). L’incidenza è poco più bassa al Sud, isole escluse (10,8%) mentre nelle Regioni nord-occidentali (che comprendono la Lombardia) si attesta al 7,6 per cento. In questi ultimi territori però è probabile che possano accedere al reddito in misura consistente gli stranieri residenti del nostro Paese da almeno 10 anni, la cui presenza invece è molto limitata nel Mezzogiorno.

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Reddito di cittadinanza: la distribuzione territoriale (Il Messaggero, 19 gennaio 2019)

Una simulazione effettuata dalla Svimez proprio sulle famiglie con Isee fino a 9 mila euro (una soglia quindi vicina a quella effettivamente considerata) evidenzia comunque una distribuzione territoriale non troppo diversa: 50,3 per cento al Mezzogiorno e 49,7 al Centro-Nord.Di nuovo,i due“pezzi” del Paese si dividerebbero più o meno in parti uguali la platea, partendo però da popolazioni diverse.

EDIT: in una versione precedente dell’articolo avevamo pubblicato in copertina una vignetta (specificando che lo fosse, con tanto di fonte); visto che ha creato qualche misunderstanding,  abbiamo deciso di sostituirla.

 

Leggi sull’argomento: Sorpresa! La doppia clausola di salvaguardia su reddito e quota 100

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