Prove tecniche di reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-03-30

Il confronto tra il REI, il reddito minimo garantito del M5S e il reddito di avviamento della Lega. Alla ricerca di una mediazione

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Il Sole 24 Ore riepiloga oggi in un’infografica i punti del reddito di inclusione, del reddito di cittadinanza proposto dal MoVimento 5 Stelle e del reddito di avviamento proposto dalla Lega. Il REI, che è appena entrato in funzione e andrà a regime a luglio, prevede un bonus mensile per 18 mesi insieme a un progetto di attivazione lavorativa con l’obiettivo di superare le condizioni di povertà; il reddito minimo garantito che il M5S chiama (erroneamente) reddito di cittadinanza si rivolge invece alle persone in povertà relativa e prevede che il beneficiario si iscriva ai centri per l’impiego e non rifiuti tre proposte di lavoro congrue, altrimenti perderà il bonus. Il reddito di avviamento al lavoro invece si rivolge ai disoccupati sotto i 9360 euro di reddito ed è un prestito che serve a raggiungere la soglia di sopravvivenza e va restituito in vent’anni quando si è trovato lavoro.

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Reddito di inclusione, reddito di cittadinanza e reddito di avviamento: il confronto (Il Sole 24 Ore, 30 marzo 2018)

E mentre tutto il MoVimento 5 Stelle va all’attacco del Presidente dell’Inps per le sue affermazioni sui costi, qualcuno si ricorderà di quando il Direttore del Fatto Quotidiano disse ad Otto e Mezzo che né l’abolizione della Legge Fornero né il Reddito di Cittadinanza erano proposte realizzabili perché costerebbero troppo. Qualche giorno fa ad in Mezzorainpiù Marco Travaglio ha corretto il tiro dicendo che il Reddito di Cittadinanza del M5S va considerato come reddito minimo. Travaglio sostiene anche che una misura del genere sia presente in molti – se non tutti – i paesi europei. Ed è vero.

Non è vero però che il reddito minimo proposto dal M5S sia “meno generoso” di quello erogato in altri paesi. Secondo LaVoce.info infatti dal punto di vista del beneficio monetario i 780 euro al mese “garantiti” dal DDL del M5S sono più generosi: «in Francia il beneficio mensile per un single è di circa 500€ al mese, in Germania di 400€, in Svezia di 300€, in Gran Bretagna di 450€». La proposta del M5S, scrivono su Facebook, è la più alta (60%)  anche se si considera il reddito mediano. Anche per quanto riguarda gli obblighi quelli previsti dal M5S non sono così stringenti come quelli imposti ai beneficiari britannici (che non possono rifiutare alcuna proposta di lavoro). In Francia, Portogallo e Belgio è previsto un riesame periodico dell’erogazione mentre in Olanda il beneficiario che non si attiene agli obblighi può essere passibile di una sanzione. Solo in Danimarca e in Finlandia – conclude LaVoce.info – gli obblighi sono simili a quelli della proposta a 5 Stelle.

Leggi sull’argomento: Tutti pazzi per il reddito di cittadinanza, ma quando arriva?

 

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