Reddito di cittadinanza: i controlli sulle “spese immorali” sono illegali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-09

Il problema della precompilazione della dichiarazione sostituiva unica (Dsu) che serve per arrivare all’indicatore Isee

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Il Garante della privacy lancia l’allarme sul reddito di cittadinanza per il rischio che venga violata la riservatezza su una serie di dati personali. Secondo le indicazioni fornite nella memoria scritta depositata in Senato, dove è in corso l’iter di conversione del decretone su reddito e quota 100, l’Authority presieduta da Antonello Soro sostiene che le regole dettate dal Governo potrebbero «pregiudicare la sicurezza dei dati contenuti nell’Anagrafe tributaria e, soprattutto, nell’archivio dei rapporti finanziari dell’agenzia delle Entrate».

L’authority parla di «rilevanti criticità» e solleva in particolare due questioni di tutela della privacy. La prima si riferisce al fatto che i consumi effettuati con la card elettronica sulla quale viene caricato il sussidio sono controllabili. Questa norma, secondo il governo, risponde all’esigenza di evitare che il reddito venga utilizzato per spese voluttuarie, come il gioco d’azzardo, e di stanare eventuali falsi poveri. Ma, si legge nella memoria inviata in Senato, «le legittime esigenze di verifica di eventuali abusi e comportamenti fraudolenti si traducono in una sorveglianza su larga scala, continua e capillare sugli utilizzatori della carta, determinando così un’intrusione sproporzionata e ingiustificata su ogni aspetto della vita privata degli interessati».

L’altro problema sollevato dal Garante riguarda la presentazione della dichiarazione sostituiva unica (Dsu) che serve per arrivare all’indicatore Isee. Nella dichiarazione occorre denunciare all’Inps, sul sito istituzionale o attraverso i Caf, le informazioni anagrafiche, reddituali, finanziarie e patrimoniali relative a tutti i componenti il nucleo familiare.

reddito di cittadinanza sud
Reddito di cittadinanza: i beneficiari su base regionale (La Stampa, 8 febbraio 2019)

Lo snodo risiede nel fatto che da quest’anno la Dsu diventa precompilata a cura dell’Inps, con la collaborazione dell’agenzia delle Entrate. Quest’ultima, sempre nella ricostruzione effettuata dalla Privacy nella sua memoria, mette a disposizione dell’Istituto le informazioni presenti nel Catasto e nell’Anagrafe tributaria, comprese quelle sui rapporti finanziari con saldi e giacenze medie del patrimonio mobiliare (conti correnti ma anche altre forme di risparmio e di investimento) di tutti i componenti il nucleo familiare.

Con la precompilazione, avverte il Garante, «il dichiarante avrà così a propria disposizione – sul sito dell’Inps o presso i Caf – non solo le informazioni da lui stesso fornite, ma anche quelle contenute nelle banche dati dell’Inps e dell’agenzia delle Entrate, inclusi i dati sui saldi dei rapporti finanziari e le relative giacenze medie, riferite a terzi, vale a dire tutti componenti del suo nucleo familiare». Ma l’Authority va oltre la denuncia, ravvisando un’ «imprescindibile esigenza di assicurare misure di sicurezza tecniche e organizzative idonee alla protezione di informazioni tanto preziose, sia per altri componenti il nucleo familiare, che per i terzi».

Leggi sull’argomento: Come il reddito di cittadinanza sfavorisce le famiglie bisognose del Nord

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