Economia
Reddito di cittadinanza, la chiamata al lavoro per 200mila famiglie
neXtQuotidiano 13/07/2019
Lo Stato ha già speso circa un miliardo di euro per i versamenti ai beneficiari del sussidio, di cui quasi 200 milioni solo per alimentare le card delle 120 mila famiglie occupabili che hanno avuto accesso per prime al sussidio, ovvero ad aprile, e che da ormai tre mesi ricevono il reddito di cittadinanza senza lavorare
Sono circa 740 mila le famiglie che finora hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza, a cui si aggiungono 100 mila percettori della pensione di cittadinanza per i quali però non sono previsti obblighi lavorativi. Il numero dei patti per il lavoro siglati dai beneficiari del sussidio invece è ancora fermo a quota zero, nonostante lo Stato abbia già speso quasi un miliardo di euro per caricare le card del reddito di cittadinanza in circolazione. Le prime convocazioni nei centri per l’impiego, attese per la fine giugno, sono slittate a luglio: alle Regioni mancava la strumentazione per contattare i nuclei occupabili. Ora ci sono 200 mila famiglie ritenute occupabili, ma un nucleo su quattro potrebbe rinunciare al sussidio a causa dei bassi importi erogati.
Lo Stato ha già speso circa un miliardo di euro per i versamenti ai beneficiari del sussidio, di cui quasi 200 milioni solo per alimentare le card delle 120 mila famiglie occupabili che hanno avuto accesso per prime al sussidio, ovvero ad aprile, e che da ormai tre mesi ricevono il reddito di cittadinanza senza muovere un dito. Insomma, il tempo stringe. Anche perché i componenti attivabili dei nuclei che hanno avuto accesso al bonus anti-povertà ad aprile andavano convocati già a maggio, ovvero entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio come stabilito dalla legge.
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