Reddito di cittadinanza, la metà delle domande rischia di essere respinta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-14

Secondo gli addetti ai lavori circa la metà rischia di venire respinta. Non quelle presentate ai CAF, ma quelle inviate tramite Poste o online

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Sono circa mezzo milione le richieste pervenute finora per il reddito di cittadinanza. Ma, scrive oggi Il Mattino, secondo gli addetti ai lavori circa la metà rischia di venire respinta. Non quelle presentate ai CAF, che hanno spiegato a chi veniva a chiedere se poteva ottenere o no il reddito di cittadinanza, ma le altre.

Negli uffici di Poste Italiane infatti i controlli sono inesistenti: le domande che arrivano vengono inviate direttamente all’INPS che dovrà effettuare ai controlli. Lo stesso avviene per quelle presentate on line. I CAF invece hanno accumulato 300mila richieste ma effettuando prima quella scrematura che dovrebbe permettere all’INPS di fornire successivamente l’ok.

reddito di cittadinanza lavori da rifiutare 800 euro
I lavori che i percettori del reddito di cittadinanza possono rifiutare (Il Sole 24 Ore, 11 marzo 2019)

Meno sono quelle inviate online: circa trentamila. Le stime sui respingimenti in arrivo però non lasciano scampo, anche alla luce delle precedenti esperienze. Nel caso del reddito di inclusione, la misura di contrasto alla povertà che verrà sostituita dal sussidio pentastellato, le domande rifiutate (contando quelle arrivate fino allo scorso ottobre) sono state poco meno della metà, ovvero il 48,5 per cento, 354.000 su 730.000 circa.

I respingimenti si concentreranno sulle domande che stanno salpando in questi giorni dagli uffici postali, mentre le trecentomila richieste in partenza dai Caf non dovrebbero trovare particolari ostacoli lungo la strada. I Caf prima d’inviare la richiesta controllano che il valore Isee sia conforme a quanto stabilito e verificano l’entità del patrimonio immobiliare e mobiliare. Il grosso dei rifiuti sarà determinato da eventuali modifiche future al valore Isee: oggi come oggi, l’indicatore si rifà ai redditi del 2017, mentre a partire da quest’estate verrà determinato sulla base delle entrate registrate nel 2018.

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