Reddito di cittadinanza, i documenti da preparare e le variazioni a rischio
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-02-11
Chi presenterà dichiarazioni o documenti falsi sul reddito di cittadinanza sarà punito con il carcere da due a sei anni; chi non comunica le variazioni che possono comportare la revoca o la riduzione del beneficio, con il carcere da uno a tre anni
Chi presenterà dichiarazioni o documenti falsi sul reddito di cittadinanza sarà punito con il carcere da due a sei anni; chi non comunica le variazioni che possono comportare la revoca o la riduzione del beneficio, con il carcere da uno a tre anni. Lo prevede il decreto 4/2019 (articolo 7, comma 2) all’esame della commissione Lavoro del Senato ed è meglio rispettarle alla lettera visto quello che si rischia in caso di errori o mancate comunicazioni.
La domanda si potrà presentare online (con il Pin rilasciato dall’Inps o un’identità Spid) oppure tramite uffici postali e Caf. L’aggiornamento delle informazioni è fondamentale per portare a casa il sussidio, calcolare l’importo in modo corretto e non rischiare sanzioni più pesanti. Per chi è in affitto, ad esempio, servono gli estremi di registrazione alle Entrate del contratto, sia per l’Isee, sia per “sbloccare” la parte del sostegno di 280 euro al mese prevista solo a chi vive in locazione (che è di 150 euro per gli over 67 che hanno diritto alla pensione di cittadinanza). Chi ha un affitto in nero, dunque, non potrà accedervi.
Quanto alla ricchezza della famiglia, ai fini Isee sarà necessario documentare la giacenza media di tutti i conti bancari e postali attivi nel 2018, rilevata al 31 dicembre. Ogni istituto ha le sue tempistiche e modalità di rilascio di questo documento. Il Dl 4/2019, inoltre, prevede che la ricchezza non debba superare i 6mila euro (accresciuti di 2mila euro per ogni componente aggiuntivo del nucleo, fino a un massimo di 10mila): resta da chiarire come certificare l’assenza di variazioni nei primi mesi dell’anno – dovute, ad esempio, a movimenti di somme nei conti correnti – che sfuggono alla fotografia dell’Isee (ferma al 31 dicembre 2018).
Infine sugli immobili, attenzione alle seconde case, anche ricevute in eredità o in comproprietà. Il valore posseduto dal richiedente non deve superare 30mila euro, che corrisponde a un rendita catastale a fini Imu di circa 178 euro. Superare questa soglia equivale a essere esclusi dal reddito di cittadinanza.
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