Il reddito di sudditanza

di Alieno Gentile

Pubblicato il 2018-10-05

Di Maio ha dichiarato alla Camera: “Il reddito di cittadinanza sarà erogato su una carta, questo permette la tracciabilità, non permette evasione o spese immorali con quei soldi” Il mio cervello lavora per immagini, vi agevolo una diapositiva di cosa viene evocato da queste frasi. “È chiaro che se vado con quella carta a comprare un …

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Di Maio ha dichiarato alla Camera: “Il reddito di cittadinanza sarà erogato su una carta, questo permette la tracciabilità, non permette evasione o spese immorali con quei soldi” Il mio cervello lavora per immagini, vi agevolo una diapositiva di cosa viene evocato da queste frasi. “È chiaro che se vado con quella carta a comprare un “gratta e vinci” o sigarette o a comprare dei beni non di prima necessita’, la carta non funziona” è altrettanto chiaro che si creerà un mercato: faccio la spesa “morale” a te e mi giri la cifra cash a me per cose immorali. “Grazie alle tecnologie è possibile disabilitare l’utilizzo del reddito in alcuni negozi”. Bisognerà dunque comprare ciò che “lor signori” decideranno essere morale e nei negozi che indicano loro? Più che di cittadinanza, non sarà un reddito di sudditanza?

reddito di cittadinanza spese immorali - 4
https://twitter.com/RogerHalsted/status/1047544044832940033

Inoltre questo reddito di sudditanza viene erogato a deficit, e l’entità del deficit pare mutevole. Si è partiti da 2,4% all’anno per 3 anni, poi si è detto che decrescerà se la crescita non verrà raggiunta, poi che verrà restituito l’anno dopo (??), ora leggo Siri con un’idea, ovvero ridurre il deficit se la crescita batterà le attese. Che è l’esatto contrario del presunto meccanismo raccontato ieri. Cosa se ne ricava unendo i puntini? Che il Def – di cui infatti manca il testo dopo una settimana di annunci e brindisi alla Vittoria – è costruito al rovescio. Dicono che siamo ossesionati dal numerino. Ma l’unica cosa che hanno deciso in CdM è proprio solo il numerino: 2,4%. Su quello hanno festeggiato dal balcone la Manovra del Popolo. Sui contenuti, sul come e cosa fare col deficit ancora un piano non c’è. E questo, francamente, è imbarazzante nel gestire la cosa pubblica si stabilisce un elenco di priorità politiche, di obiettivi e se ne verifica il costo, arrivando ad un dato finale che andrà messo a bilancio. Qui si è dibattuto e deciso solo del dato finale, rimandando a dopo i contenuti che dovranno determinarlo. Si dovrebbe decidere di spendere anche stimando l’impatto sul PIL. Ma la musica è diversa: “vogliamo investire sulla felicità dei cittadini, sulla voglia di spendere e sulla voglia di vivere con una qualità della vita migliore”. L’approccio magari fa consenso, ma anche problemi. “Investire sulla felicità” serve a svicolare domande sui contenuti. Quello che è chiaro, però, è che la vera ossessione per i numerini non ce l’ha Bruxelles o l’opposizione (quale?), ma solo il governo, che al di là dei numerini non ha contenuti, ma, al più, pulsioni sudamericane.

Leggi sull’argomento: Un sogno bellissimo: la mia prima tessera del reddito di cittadinanza

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