Recovery fund, sì o no?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-07-19

Quando scrivo questo articolo la discussione sui recovery fund a Brussels è in pieno svolgimento e quindi mi lancio in previsioni più o meno azzardate. Io credo che l’Europa non possa permettersi di dire no all’idea, pena una tempesta sui mercati finanziari domani mattina. Quindi l’accordo ci sarà, o ci sarà al massimo nei prossimi …

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Quando scrivo questo articolo la discussione sui recovery fund a Brussels è in pieno svolgimento e quindi mi lancio in previsioni più o meno azzardate. Io credo che l’Europa non possa permettersi di dire no all’idea, pena una tempesta sui mercati finanziari domani mattina. Quindi l’accordo ci sarà, o ci sarà al massimo nei prossimi giorni. Ma che tipo d’accordo ne uscirà fuori? Sicuramente molto penalizzante per l’Italia che paga scelte politiche sbagliate sia a livello nazionale che europeo. E’ il classico capro espiatorio designato. Siamo nella stessa scomoda situazione della Grecia nel 2010.

cosa sta succedendo consiglio europeo

Il mio giudizio si basa sulla seguente analisi politica. I paesi frugali non faranno troppi passi indietro perché non possono perdere la faccia di fronte ai loro elettori e quindi si limiteranno ad attaccare il paese oggettivamente più debole lasciando sopravvivere Spagna e Portogallo. In cambio del loro si condizionato, incasseranno l’accettazione da parte dell’Europa per le loro politiche di dumping fiscale ed umano (il terribile brain flow che drena i nostri giovani migliori verso i paesi del Nord). Inoltre sarà creato il precedente che basta che i numeretti siano a posto e l’Europa può erogare contributi a fondo perduto a go go (politica che sarà molto utile, quasi necessaria, per aiutare i paesi del Nord per compensarli per i danni della Brexit). I paesi di Visegrad avranno poco più di un’ammonizione e potranno continuare, senza problemi, la loro politica di chiusura, ossia niente accoglienza per gli immigrati clandestini che continuano a sbarcare senza sosta in Italia. Germania e Francia, di facciata stanno sostenendo la posizione dell’Italia, ma di fatto concordano con l’Olanda che si possano erogare agevolazioni finanziarie solo in cambio di riforme profonde. E siccome non si fidano di questo governo (da loro stessi messo in carica) pretendono di limitare la sovranità dell’Italia sorvegliando il percorso di riforme da attuare. Insomma per usare una espressione pregante toscana stanno facendo gli omosex con il deretano di un altro (l’espressione è un’altra, ma in un articolo non si possono usare espressioni troppo volgari e non politically correct).

consiglio europeo giuseppe conte mark rutte olanda

Insomma un Italia umiliata e messa a tappeto. E pensare che Mattarella diceva: “Registro ovunque una grande apertura verso di noi, un forte desiderio di collaborazione. Simpatia nei confronti del nostro popolo”. Un po’ come gli oroscopi di Paolo Fox.. quando diceva che la primavera 2020 era un periodo propizio per viaggi all’estero… Ma come siamo finiti in questo cul de sac? Ci sono stati vari gravi errori politici.

-Non siamo andati a votare lo scorso Agosto. Probabilmente, con un governo di centrodestra, la situazione sarebbe stata perinopeggiore, ma avremmo avuto alla portata una soluzione alla crisi (cosa che non abbiamo adesso) e ci saremmo “vaccinati” al virus del populismo.

– Il Governo ConteBis ha una base elettorale troppo esigua (avrebbe dovuto essere coinvolta anche FI nella compagine governativa). Inoltre molti ministri o sono imbarazzanti o sono inadeguati per curriculum. In un momento simile, ad esempio, avremmo dovuto avere all’Economia, uno come Draghi, non un professore associato di Storia che sarà pure bravo ma non ha il physique du role.

– Quando c’è stata l’emergenza Covid sarebbe stato necessario un governo di unità nazionale. Adesso sarebbe stato utile che tutte le forze politiche del paese difendessero i legittimi interessi del Paese facendo pressioni su paesi con i cui governi avevano affinità politiche. Ma è difficile ottenere questo dopo un anno di contrapposizioni ed esclusioni dalle leve del potere. Tutti i nostri rappresentanti in Europa sono targati PD. La forte tentazione per le forze dell’opposizione è rimanere spettatori ingurgitando pop corn fino alla fine del primo tempo…

Non siamo neppure aiutati dal nostro alleato storico, ossia il Vaticano. Papa Wojtyla sarebbe intervenuto per salvare l’Italia. Questo papato è invece fortemente indebolito dalla perdita di prestigio a livello internazionale, da una inarrestabile emorragia di fedeli e da una lunga teoria di smacchi politici (comunità cattoliche allegramente sterminate in Asia Minore ed Africa senza suscitare alcuno sdegno presso l’opinione pubblica; un simbolo del cristianesimo, Santa Sofia, convertita in moschea; gli USA che riconoscono Gerusalemme come capitale d’Israele; la Cina che rimane chiusa al Cattolicesimo ufficiale, etc etc).

consiglio europeo giuseppe conte mark rutte

Come finirà? Non lo so. So che la stampa di “regime” celebrerà il risultato che Conte strapperà agli “alleati” come un grande successo ottenuto grazie alle abilità di Conte come premier e alla benevolenza dell’Europa che “ci guarda con simpatia” (soprattutto l’Olanda e l’Austria, direi). La situazione italiana mi ricorda la vicenda di Muhammad Saʿīd al-Saḥḥāf, il commentatore iracheno della seconda guerra del golfo che millantava i gloriosi successi delle forze armate di Saddam Hussein mentre i carri armati americani erano già alle porte di Baghdad. Nel mondo arabo al-Ṣaḥḥāf fu creduto per molto tempo: la Siria non trasmise immagini sulla guerra perché la giudicava ormai vinta dalle truppe irachene…. Quando poi le truppe anglo-americane entrarono a Baghdad molti arabi, intervistati dai mass-media locali, furono costretti ad ammettere che al-Ṣaḥḥāf si era inventato tutto di sana pianta…. Ad occhio e croce direi che la nostra situazione non sia molto differente. Ma come diceva Abraham Lincoln; “ Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo”. Il problema è che non sembra esserci una alternativa a questo assetto politico se non si va a votare, ma non si può andare a votare sia perché prima deve essere cambiata la legge elettorale e sia perché gli attuali deputati e senatori non vogliono far sciogliere il parlamento perché sanno che non sarebbero rieletti e dovrebbero ritornare ad essere disoccupati o a fare i bibitari allo stadio.

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