Politica
La raccolta firme dei parlamentari M5S contro Di Maio
Alessandro D'Amato 21/06/2018
Onorevoli e senatori contrari al potere del capo politico, vogliono cambiare gli statuti dei gruppi
Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano oggi racconta che alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle sono pronti a una raccolta di firme contro il ruolo di Luigi Di Maio e le sue nomine decise senza discussione con il gruppo. Sotto accusa c’è anche il ruolo di Salvini nel governo:
MA IN ASSEMBLEA in diversi promettono anche e soprattutto di tuonare contro le nomine di governo decise dal capo. Già oggetto di critiche nell’ultima assemblea dei deputati, quella in cui era stato ratificato il nuovo direttivo. In cui soprattutto i nuovi eletti avevano lamentato di essere stati esclusi dall’esecutivo, a scapito dei veterani. E di non aver avuto voce in capitolo sui nomi del direttivo, di fatto calati dall’alto. E così avevano invocato “più condivisione”.
Da qui si arriva all’idea della raccolta di firme per cambiare gli statuti, per restituire ai gruppi il potere di nominare i propri organi. Già, perché in base alla normativa attuale, “l’assemblea ratifica a maggioranza assoluta dei propri componenti la nomina del presidente del gruppo proposta dal capo politico”. E sempre il capo può revocare il presidente, e può “proporgli” i nomi del direttivo. Regole che la pancia del Movimento vuole cambiare, come grimaldello per rimettere in discussione Di Maio. A cui anche molti sodali suggeriscono di delegare. Accettando una nuova struttura che gestisca assieme a lui il Movimento.
I parlamentari vogliono creare un coordinamento di almeno dieci persone. Ma Di Maio non intende cambiare modo di lavoro:
Così ieri sera ha inviato una mail a tutti i parlamentari, in cui torna ad accusare “i media che in questi giorni o ci ignorano o ci attaccano”. E questo, sostiene, “ci dice che siamo sulla strada giusta”. DEL RESTO “il leitmotiv è accusarci di essere un governo fascista oppure comunista”. E segue elenco delle proposte del M5S, dalla voglia di “rivedere” il Jobs Act all’immigrazione.
Fino a rivendicare:“Da un anno ho sollevato il tema delle Ong che effettuano trasporti e non salvataggi”. Oggi ne parlerà anche in assemblea. Dove però vogliono chiedergli conto anche del Salvini che gioca a fare il premier. Di certo diversi senatori ieri sono apparsi a Montecitorio, per preparare l’assemblea. E forse già per contare le possibili firme per l’assalto agli statuti.