Quota 100 resta anche nel 2021

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-05

La misura che consente di anticipare la pensione a 62 anni e 38 di contributi ha avuto meno successo del preventivato: 156 mila uscite nel 2019 contro le 290 mila ipotizzate nel decreto istitutivo, varato l’anno scorso dal governo M5S-Lega. Quasi la metà

article-post

Quota 100 non verrà toccata almeno fino alla fine del triennio di sperimentazione, ovvero fino al 31 dicembre 2021.  Anche perché la misura che consente di anticipare la pensione a 62 anni e 38 di contributi ha avuto meno successo del preventivato: 156 mila uscite nel 2019 contro le 290 mila ipotizzate nel decreto istitutivo, varato l’anno scorso dal governo M5S-Lega. Quasi la metà. Con un risparmio notevole di risorse, alla fine del triennio, già a quota 7 miliardi su 21 stanziati. Spiega oggi Valentina Conte su Repubblica che se poco prima del lockdown di marzo il governo Conte bis si preparava a offrire ai sindacati che la chiedevano una nuova riforma delle pensioni – per rivedere in profondità la legge Fornero, tutelare i giovani, le donne, i precari e chi fa lavori usuranti,  garantire a tutti flessibilità in uscita anche chiudendo Quota 100 un anno prima – ora nessuno a Palazzo Chigi o altrove ci pensa.

«Quota 100 la facciamo finire oramai», conferma il sottosegretario pd all’Economia Pier Paolo Baretta. «In questo contesto di crisi profonda anzi può considerarsi un ammortizzatore sociale». Ecco dunque che non se ne parla più. Ma agli Stati Generali di giugno, passata un po’ in sordina, i sindacati hanno fatto capire che il tempo non è molto per impostare una riforma strutturale delle pensioni e nell’attesa studiare nuove forme  di flessibilità in un contesto stravolto dal Covid. «La prossima legge di bilancio sarà dedicata alla riforma fiscale, quella successiva alla riforma previdenziale che entrerà in vigore l’1 gennaio 2022, sciogliendo il nodo dello scalone che si verrà a creare per la fine di Quota 100: l’età pensionabile che sale di cinque anni dai 62 ai 67», spiega Baretta.

pensione 64 anni contributivo
Le domande per Quota 100 (Il Messaggero, 26 gennaio 2020)

I sindacati però puntano anche al contratto di espansione, come spiega Roberto Ghiselli, segretario confederale CGIL con delega alla previdenza: «Oggi vale solo per le aziende sopra i 1.000 dipendenti. Si potrebbe estendere a tutte le altre, fermo restando i comparti già protetti dai loro fondi di categoria (banche, trasporti, elettrici). Si anticipa di un tempo la pensione dei lavoratori, previo accordo sindacale, in cambio dell’assunzione di giovani: ad esempio 3 anni di cui due coperti da Naspi e uno pagato dall’azienda, magari incentivato».

In questo modo il datore potrebbe avere una soluzione in più per i lavoratori di 64 anni (a 3 anni dai requisiti per la pensione di vecchiaia) oppure per le donne con 38 anni e 10 mesi di anzianità e per  gli uomini con 39 anni e 10 mesi (a tre anni dai requisiti per la pensione anticipata). Una carta extra, oltre a Quota 100. «I lavoratori in uscita certificherebbero subito il diritto alla pensione», spiega ancora Ghiselli. «Riceverebbero il sussidio di disoccupazione per un paio di anni e il terzo anno incasserebbero dall’azienda, tramite Inps, un importo pari alla futura pensione con i  contributi coperti dallo Stato».

Leggi anche: Il congedo parentale COVID-19 esteso al 31 agosto

Potrebbe interessarti anche