Quando Prada querelò Report

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-11-12

Sabrina Giannini, la giornalista di Report che ha firmato il servizio Siamo tutti oche che ha messo nei guai Moncler, oggi risponde sul Corriere della Sera a Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada che aveva accusato l’inchiesta di essere “stupida”. La parte più interessante è la rivelazione di un precedente sulla storia tra Report e …

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Sabrina Giannini, la giornalista di Report che ha firmato il servizio Siamo tutti oche che ha messo nei guai Moncler, oggi risponde sul Corriere della Sera a Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada che aveva accusato l’inchiesta di essere “stupida”. La parte più interessante è la rivelazione di un precedente sulla storia tra Report e Prada. Ovvero quando Prada tentò di querelare Report. Come è andata a finire?

A proposito dell’affermazione di Bertelli: “Lo stesso discorso vale per Prato, dove il popolo orientale ha trovato una opportunità economica e l’ha sfruttata” gli rammentiamo di andare a vedere chi (come lui) ha distrutto a colpi di ribasso numerosi distretti del Made in Italy innescando la concorrenza sleale. È sufficiente che riveda la nostra inchiesta “Schiavi del lusso”, ricorderà anche come non fu difficile per Report entrare con la Guardia di finanza in uno squallido laboratorio della periferia di Napoli dove assemblavamo per Prada le borse in nylon, le piattine, (prezzo alla vendita 400 euro) per soli 28 euro e verificare che tutta la manciata di “artigiani” lavorassero in nero.
Allora Prada tentò senza successo di querelarci. Il magistrato nel provvedimento di archiviazione scrisse: “Le notizie riportate nel servizio oggetto di querela sono veritiere; sussisteva certamente l’interesse pubblico alla conoscenza delle stesse; infine le modalità di esposizione appaiono indubitabilmente improntate a correttezza”.

Leggi sull’argomento: Giuseppe Iorio: chi è la gola profonda di Report nel caso Moncler

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