La rabbia di Putin che rimuove i generali russi responsabili delle sconfitte in Ucraina

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-21

Continua l’epurazione di generali e funzionari di intelligence da parte di Vladimir Putin, insoddisfatto dei risultati dell’esercito russo in Ucraina

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All’inizio della guerra aveva licenziato un paio di dirigenti dei servizi segreti, colpevoli di non averlo informato a dovere sulle capacità di difesa del nemico: adesso Vladimir Putin se la prende con i militari sul campo, e secondo indiscrezioni diffuse dai servizi segreti ucraini, poi confermate dal Pentagono e dall’intelligence britannica, sospende due generali. Sono il comandante delle forze corazzate del distretto occidentale Sergej Kisel, accusato del fallimentare ritiro delle truppe da Kharkiv, respinte indietro dall’esercito di Kyiv, e Igor Osipov, comandante in capo della flotta del Mar Nero, responsabile dell’affondamento dell’incrociatore Moskva, nonostante il Cremlino abbia sempre affermato sia stato un incendio spontaneo a bordo a distruggere la nave ammiraglia.

La rabbia di Putin che rimuove i generali russi responsabili delle sconfitte in Ucraina

Come ricostruito dalla guida agli ufficiali russi dell’Institute for the Study of War di Washington, Kisel è entrato in servizio militare nel 1990, ha combattuto nelle due guerre di Cecenia e nella guerra russo-georgiana del 2008. Dal 2018 era il comandante della Prima Armata carri della Guardia. Giorni fa erano circolate voci che parlavano addirittura dell’arresto di un altro funzionario, uno dei massimi dirigenti del servizio segreto Fsb, Sergei Beseda, che avrebbe mal orientato le decisioni nella fase preliminare dell’invasione. Recentemente è ricomparso in pubblico, anche se la sua presenza al funerale di un veterano del Kgb – come ha scritto il giornalista investigativo russo Andrei Soldatov – era soltanto “di facciata”. Mistero anche intorno alla figura di Valerij Gerasimov, il capo di stato maggiore delle forze armate russe che si diceva fosse rimasto gravemente ferito in un attacco: aveva fatto clamore la sua assenza alla parata militare del 9 maggio in Piazza Rossa, due giorni fa è però riapparso in una telefonata con il suo omologo americano Mark Milley. Per gli 007 britannici avrebbe “perso la fiducia di Putin”.

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