Politica

Putin si è scusato con Israele per le parole di Lavrov a Zona Bianca sulle origini ebraiche di Hitler

Massimiliano Cassano 05/05/2022

Vladimir Putin prova a riappacificare i rapporti con Israele dopo l’intervista del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Rete4 nella quale il membro dell’esecutivo aveva parlato delle “origini ebraiche” di Adolf Hitler

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Nel corso del colloquio telefonico avuto con il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, il presidente russo, Vladimir Putin, si è scusato per le frasi sulle origini ebraiche di Hitler pronunciate dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Lo ha riferito l’ufficio di Bennett, secondo quanto riportano i media israeliani, secondo i quali il premier ha accettato le scuse e ha ringraziato Putin per aver chiarito le sue posizioni riguardo il popolo ebraico e la memoria dell’Olocausto. Nell’intervista a Zona Bianca su Rete4, cercando di spiegare le motivazioni del termine “denazificazione” pronunciato da Putin il 24 febbraio scorso, pochi istanti prima dell’inizio dell’invasione e della guerra all’Ucraina, Lavrov aveva detto

“La nazificazione esiste. I militari prigionieri del battaglione Azov e di altre sezioni hanno sulle loro uniformi e sul loro corpo dei tatuaggi e dei simboli di svastiche, di battaglioni nazisti, delle SS, che apertamente leggono e sostengono il Mein Kampf. Quindi, quando dicono ‘che nazificazione può esserci se siamo ebrei?’. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche, quindi non significa esattamente nulla. Da tempo sentiamo il popolo saggio ebreo che dice che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”.

Putin si è scusato con Israele per le parole di Lavrov a Zona Bianca sulle origini ebraiche di Hitler

Parole che avevano innescato dure reazioni, tra le quali quella di Dani Dayan, il numero uno del Museo dell’Olocausto di Gerusalemme: “Non si basa sui fatti, distorce e banalizza l’Olocausto. Lo deploriamo”. La ricostruzione di Lavrov si basa su un falso storico mai verificato, piegato al servizio della propaganda russa per giustificare un’aggressione a uno stato sovrano altrimenti impossibile da difendere. In risposta a quelle affermazioni, il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid aveva convocato l’ambasciatore russo in segno di protesta. Lo stesso Bennett si espose pubblicamente: “Le parole di Lavrov non sono vere e le loro intenzioni sono sbagliate. L’obiettivo di tali menzogne è accusare gli stessi ebrei dei crimini più terribili della storia, che sono stati perpetrati contro di loro, e quindi assolvere i nemici di Israele dalle sue responsabilità”. Il primo ministro di Israele precisò che “nessuna guerra del nostro tempo è come l’Olocausto o è paragonabile all’Olocausto”.

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