“Anche Hitler era ebreo, i peggiori antisemiti sono gli ebrei”: il vergognoso revisionismo complottista di Lavrov a Zonabianca | VIDEO

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-05-02

Il monologo del ministro degli Esteri russo a Zona Bianca

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Un quasi monologo di 42 minuti, intervallato solamente da alcune domande e nessun confronto o contraddizione. Domenica sera, su Rete4, è andato in scena il soliloquio di Sergej Lavrov, il Ministro degli Esteri russo, in collegamento con Zona Bianca (la trasmissione condotta da Giuseppe Brindisi). E lì, il braccio destro di Vladimir Putin ha negato (ancora una volta) il massacro di Bucha e poi si è lasciato andare in un vergognoso parallelismo tra Volodymyr Zelensky e Adolf Hitler. Cosa unirebbe i due personaggi? L’essere di origini ebree.

Lavrov e il paragone Zelensky-Hitler che aveva origini ebree

Cercando di spiegare le motivazioni del termine “denazificazione” pronunciato da Putin all’alba del 24 febbraio scorso, pochi istanti prima dell’inizio dell’invasione e della guerra all’Ucraina, Lavrov ha seguito un classico copione già scritto:

“La nazificazione esiste. I militari prigionieri del battaglione Azov e di altre sezioni hanno sulle loro uniformi e sul loro corpo dei tatuaggi e dei simboli di svastiche, di battaglioni nazisti, delle SS, che apertamente leggono e sostengono il Mein Kampf. Quindi, quando dicono ‘che nazificazione può esserci se siamo ebrei?’. Secondo me anche Hitler aveva origini ebree, quindi non significa esattamente nulla. Da tempo sentiamo il popolo saggio ebreo che dice che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”.

Al netto del paragone alquanto infelice – come insegna la storia – questa dinamica dialettica sembra essere la stessa utilizzata proprio prima dell’inizio della seconda guerra mondiale e della deportazione (e dello sterminio) degli ebrei. Perché le parole di Lavrov sembrano ricordare molto da vicino quelle della propaganda nazista che aveva fatto circolare quella bufala passata alla storia come “I protocolli dei savi anziani di Sion”. E queste parole hanno provocato anche la reazione di Dani Dayan, il numero uno del Museo dell’Olocausto di Gerusalemme:

“Non si basa sui fatti, distorce e banalizza l’Olocausto. Lo deploriamo”.

Perché il riferimento alle origini ebree del dittatore nazista?

Al netto della provocazione – perché di questo si tratta – a cosa fa riferimento Lavrov quando parla delle origini ebree di Hitler? La notizia sulle origini ebree del dittatore tedesco risale al 2010, quando due studiosi avrebbero analizzato il dna di 39 suoi discendenti (di vario ordine e grado) evidenziando nel suo genoma tratti riconducibili anche a popolazioni nord-africane. Inoltre, altre versioni e ricostruzioni storiche partono dal cognome della madre di Hitler: Anna Maria Schicklgruber. Questo cognome, infatti, sarebbe rimasto nella storia come il segno degli ebrei convertiti. Ovviamente, però, tutto ciò non è mai stato confermato. Inoltre, il paradosso è che le parole di Lavrov – oltre a non esser sostenute da fatti conclamati – non hanno nulla a che vedere con la situazione storica attuale.

(foto e video: da Zona Bianca, Rete4)

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