Dove sono finite le promesse di Barbara Lezzi per il Sud?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-09

Il governo del Cambiamento se la cava benissimo con gli annunci, molto meno quando si tratta di passare dalle parole ai fatti. È il caso delle misure a sostegno della crescita del Mezzogiorno che sono bloccate perché mancano i decreti attuativi

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Il governo del Cambiamento ha voluto dare un segnale forte al Mezzogiorno d’Italia creando il Ministero per il Sud e affidandolo alle cure della senatrice pentastellata Barbara Lezzi. A dieci mesi dall’insediamento cosa ha fatto il governo Conte per il Sud? Ieri la ministra era ospite a Uno Mattina dove ha spiegato gli stanziamenti fatti per il Sud. La ministra però non è entrata nel dettaglio di quelle misure pensate espressamente per il Meridione. E non lo ha fatto perché al momento è tutto fermo.

Quello che Barbara Lezzi non sta facendo per il Sud

Ad esempio la legge di Bilancio 2019 ha disposto la proroga anche per quest’anno del Bonus Sud. Si tratta di una misura che ha lo scopo di incentivare l’occupazione per i lavoratori di età compresa tra i 16 e i 34 anni che hanno la residenza in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e Abruzzo, Molise o Sardegna. Il bonus consiste in sgravi fiscali (un esonero contributivo al 100% per un massimo di 8mila euro annui) per quei datori di lavoro che assumo under 35 ma al momento rimane al palo. Perché dal momento che mancano i decreti attuativi Inps e Anpal non hanno ancora pubblicato le istruzioni per poter accedere al bonus. Niente di nuovo in realtà perché nel 2017 la circolare per il Bonus Sud venne pubblicata ad inizio marzo mentre lo scorso anno il 19 marzo. Il governo del Cambiamento riesce a fare addirittura meglio dei famigerati governi precedenti: siamo ad aprile e i datori di lavoro che vogliono usufruire dell’incentivo non possono ancora farlo.

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Eppure questo governo – e il ministro – a parole stanno facendo tantissimo per il Sud. Proprio ieri la Lezzi ha detto di aver voluto mettere 300 milioni di euro in un fondo per le aziende per poter potenziare gli investimenti al Sud che però arrivano con la creazione delle ZES, le Zone Economiche Speciali, previste inizialmente con un emendamento del Decreto Semplificazioni e ora contenute nel Decreto Crescita, da poco licenziato dal Consiglio dei Ministri e quindi non ancora operativo. Eppure già gli sgravi fiscali sulle assunzioni potrebbero aiutare l’occupazione quanto (e forse di più) del sistema del Reddito di Cittadinanza, che ricordiamo non prevede solo il sussidio fino a 780 euro al mese ma anche un sistema di accompagnamento verso l’impiego. Per il Bonus Sud mancano ancora le regole che delimitano e definiscono la platea dei beneficiari, l’ambito territoriale di applicazione dell’incentivo, le assunzioni incentivate, e i termini di presentazione delle istanze. E finché non vengono emanate le circolari non è possibile inoltrare la domanda.

Le norme attuative che il governo non ha ancora scritto

Un altro capitolo riguarda il via libera alla riserva al Sud del 34% che però non è ancora arrivato. L’idea è quella di destinare il 34% della spesa ordinaria dello Stato per investimenti al Sud, dove appunto risiede – circa – il 34% della popolazione italiana (al momento la quota delle risorse ordinarie destinate al Mezzogiorno è pari al 28.9&). Si tratta di uno dei cavalli di battaglia  del M5S in campagna elettorale e qualche mese fa la ministra Lezzi spiegava durante un incontro per la presentazione del rapporto SVIMEZ che «il nostro governo intende fare investimenti per il Mezzogiorno nella quota ordinaria, quella nazionale, almeno pari al 34%, che corrisponde alla popolazione che risiede nel Sud d’Italia. In particolare la riserva del 34% sarà estesa ad Anas e RFI per incrementare infrastrutture viarie delle quali il Sud ha urgente bisogno».

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Ma come racconta Nando Santonastaso sul Mattino di oggi della riserva del 34% sembrano essersi perse le tracce perché non è nemmeno stata nominata l’apposita Commissione che avrebbe dovuto studiare come mettere in atto il programma di rilancio dello sviluppo economico al Sud. E pure il progetto “Resto al Sud” di Invitalia – l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno – è bloccato perché non sono ancora state riscritte le norme attuative. Come si legge sul sito di Invitalia «le novità previste dalla Legge di Bilancio 2019 saranno operative con l’emanazione delle disposizioni attuative per la gestione dell’incentivo». Che però ancora non ci sono.

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