Opinioni
Il prof. Guido Saraceni, il ragazzo con lo zainetto e la morte del diritto
Alessandro D'Amato 05/06/2017
Oggi Davide, il ragazzo con lo zainetto protagonista del video sui fatti di piazza San Carlo è stato rilasciato: la procura di Torino ha comunicato che nessuna accusa è stata sollevata nei suoi confronti e quando lo ha interrogato, lo ha fatto in qualità di testimone. Non si può escludere che la procura si muova […]
Oggi Davide, il ragazzo con lo zainetto protagonista del video sui fatti di piazza San Carlo è stato rilasciato: la procura di Torino ha comunicato che nessuna accusa è stata sollevata nei suoi confronti e quando lo ha interrogato, lo ha fatto in qualità di testimone. Non si può escludere che la procura si muova successivamente, ma in un paese che oggi si vuol definire garantista per ora a Torino non ci sono indagati (e quindi nemmeno colpevoli…) dei fatti di Torino. D’altro canto i giornali già nell’edizione della mattina avevano chiarito che le voci sul ragazzo e sulla sua presunta confessione (la storia della bravata) erano false. La Stampa di Torino ad esempio aveva scritto:
Nel corso di un sopralluogo subito dopo la fuga di massa, gli investigatori hanno sequestrato «alcuni artifici pirotecnici». Ieri, in serata, si è diffusa la notizia dell’interrogatorio di due giovani che avrebbero fatto parziali ammissioni, a proposito di una bravata. Circostanza smentita dalla procura.
Se non che, accade che il Professore Associato presso la Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi di Teramo Guido Saraceni, sulla sua seguitissima pagina Facebook, dia fuoco idealmente a secoli di cultura del diritto dando per colpevoli i due ragazzi interrogati ieri e nonostante debba sapere che nessuno, nei paesi civili, è considerato colpevole fino a sentenza definitiva (e qui i due non sono stati nemmeno indagati…).
Insomma i due ragazzi interrogati per i fatti di Torino si sarebbero difesi parlando di una “bravata”. Vorrei quindi inviare un caro saluto a tutti quelli che ieri citavano i Promessi Sposi, la tragedia dello stadio Heysel, i concerti di Jovanotti e la sagra della porchetta di Ariccia per dire che “queste cose sono sempre accadute”. Insomma, a tutti quelli che ieri si arrampicavano sugli specchi pur di smentire che ci fosse un qualche legame con la paura di un attentato terroristico. Amici miei, oggi sappiamo con certezza che la naturale pericolosità della folla è stato solo un presupposto (ovvio) per ciò che è accaduto. Ma non ne rappresenta in alcun modo la chiave di lettura specifica.
Detto questo, ai miei tempi, “una bravata” era suonare il citofono e scappare. E se ti beccavano prendevi pure gli schiaffi.
Andiamo male piccoli terroristi “per gioco”. Molto. Molto male.
Un commentatore della pagina di Guido Saraceni gli fa notare l’ovvio, e nel farlo linka l’articolo pubblicato su neXt stamattina in cui si racconta quello che è successo ieri sera, ovvero che dopo l’interrogatorio i due sono stati rilasciati e nessuna accusa nei loro confronti è stata sollevata.
A questo punto il professor Guido Saraceni, punto nel vivo, rivela la fonte delle informazione che gli hanno consentito di emettere una sentenza nei confronti dei due ragazzi: un titolo del Corriere della Sera.
Quindi c’è chi fa notare al prof. Guido Saraceni che ha scritto uno status senza avere alcuna certezza e per cercare di acchiappare like. Lui la prende benissimo, infatti insulta il commentatore e sostiene che la totalità dei giornali riporta “la stessa notizia”.
Ovviamente è falso che la totalità dei giornali riporti la stessa notizia, visto che Repubblica nella sua edizione cartacea odierna non parlava più di “bravata” e la Stampa aveva invece smentito l’indiscrezione. Un altro commentatore gli fa notare che sta dicendo una fregnaccia e già che c’è tagga chi scrive nel post:
Siccome ritengo incredibile che un professore di diritto all’Università di Teramo abbia “dimenticato” che il ragazzo non è indagato e che è stato rilasciato dopo che la procura ha smentito che fosse indagato per procurato allarme, come era scritto nelle agenzie di stampa di ieri e sui giornali di oggi, segnalo a Guido Saraceni che sta facendo una figura davvero autorevole:
Lui ovviamente la prende benissimo, anche perché deve aver notato il velato riferimento a una vicenda che lo ha visto ultimamente protagonista, e – non sapendo cosa rispondere nel merito – insulta:
Io a quel punto faccio notare che un professore universitario di diritto che scatena una gogna preventiva nei confronti di un ragazzo che non è (ancora) accusato di niente è un po’ il prototipo del webete. Poi gli segnalo che la sua affermazione precedente sui giornali è falsa. A questo punto il professore di diritto presso l’università di Teramo prende l’unica decisione possibile in questi casi: CANCELLA TUTTI I MIEI COMMENTI (ma non quello in cui mi insulta) e mi banna dalla pagina. In questo modo chiunque passerà a leggere quel post leggerà soltanto la sua versione dei fatti e non le confutazioni puntuali che la smentiscono punto per punto. Mi succede raramente, ma scrivo questo post per fatto personale solo allo scopo di ricordare che il diritto è morto se questo è il comportamento pubblico dei professori che dovrebbero insegnarlo. Nel frattempo poco fa Repubblica ha pubblicato questo a proposito del ragazzo di Torino:
Ma non ditelo a Saraceni.
EDIT: Guido Saraceni dev’essere un professore di diritto davvero impegnato: dopo la pubblicazione di questo articolo ha bannato una serie di utenti che gli facevano notare la sua scorrettezza. Quando gli utenti sono diventati troppi, ha ritenuto di dover rispondere dicendo un’altra balla: ha infatti sostenuto di avermi bannato perché avrei ricordato la vicenda del tacchinaggio di cui hanno parlato molti giornali e siti internet, ma non neXt Quotidiano. Questo è falso e basta vedere l’ordine dei commenti per capire perché il professor Saraceni mi ha bannato: perché gli ho segnalato che altri giornali smentivano la storia della bravata pubblicata dal Corriere.
EDIT2: Guido Saraceni, che ha avuto il coraggio di definire “piccolo terrorista per gioco” una persona rilasciata dalla procura, se la prende perché qualcuno gli ha spiegato che questa si chiama gogna mediatica.
EDIT3: Il professor Guido Saraceni si sentiva talmente dalla parte della ragione che dopo aver visto che i commenti che lo criticavano erano troppi ha cancellato l’intera conversazione.
EDIT4: Alle ore 13,51 di oggi l’agenzia di stampa ANSA riporta questo lancio:
Voleva tranquillizzare la folla il giovane a torso nudo, lo zainetto sulle spalle, ascoltato dagli investigatori, e poi completamente scagionato, per i fatti di piazza Castello. Il goffo tentativo ripreso dalle telecamere aveva fatto pensare potesse essere stato lui a scatenare il panico. La visione integrale del filmato da parte degli inquirenti e l’interrogatorio, hanno appurato ben altra realtà. Il giovane, sempre secondo quanto si apprende da fonti investigative, era ubriaco e si vede piangere nel video abbracciato a un paio di amici.
Le “fonti investigative” che oggi cita l’ANSA sono le stesse “fonti investigative” che parlavano di bravata ieri. Non ho altro da aggiungere, vostro onore.