“…Prima di dire che qualcuno è morto per salvare me, ca**zate”: il post su Instagram del ragazzo salvato da Aurelio Visalli

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-09-28

A quindici anni di stupidaggini se ne fanno tante, e ne abbiamo fatte tutti. Forse non tutti a 15 anni hanno avuto i social che le rendevano così evidenti, forse in tanti non sono passati per un’esperienza così traumatica come quella di essere a un passo dalla morte, in balia di onde alte sette metri. …

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A quindici anni di stupidaggini se ne fanno tante, e ne abbiamo fatte tutti. Forse non tutti a 15 anni hanno avuto i social che le rendevano così evidenti, forse in tanti non sono passati per un’esperienza così traumatica come quella di essere a un passo dalla morte, in balia di onde alte sette metri. Eppure, nonostante tutte le attenuanti del caso, il post su Instagram di uno dei due ragazzini salvati dopo essere rimasti intrappolati dalla furia del mare a Milazzo fa impressione. Perché quel salvataggio è costato la vita a un uomo, Aurelio Visalli, il motorista della Guardia Costiera che nonostante non avesse un giubbotto salvagente non ha esitato a buttarsi. I quindicenni sono salvi. E lui no. E uno dei due ha scritto: «Ragazzi apposto, sono sano e salvo. Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me e al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo, nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me, cazzate».

 

aurelio visalli messaggio instagram ragazzo salvato

Dire attenti “prima di dire che qualcuno è morto per salvare me” è forse una forma di difesa? Infantile quanto si vuole ma deve essere dura pensare che la vita di un uomo non c’è più forse perché ci si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma perché un ragazzino non le racconta ai genitori queste sensazioni invece di pubblicare un messaggio strafottente su Instagram? Repubblica racconta che è stata la prima cosa che ha fatto quando i medici l’hanno dimesso dal pronto soccorso è stato un post. Anche l’altro quindicenne non si è espresso meglio: «Sono
vivo, merde». E poi ha scritto un altro messaggio ancora per difendere il compagno: «Ve la racconto io la verità, facevamo le capriole sul bagnasciuga e un’onda ci ha trascinato al largo. Io sono riuscito ad uscire e a chiamare il 118, il mio amico si è aggrappato ad una boa». Poi i due hanno cancellato tutto per rimpiazzare i post con un messaggio di tono completamente diverso: «Nessuno è più dispiaciuto di me per quello che è successo, ho pregato fino adesso per quel soccorritore». Forse sono stati i genitori a suggerirlo, visto che i due sono stati coperti di insulti. La domanda vera è perché quel suggerimento non era dentro di loro già prima.

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