Decreto Imprese: prestiti automatici con tetto a 25mila euro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-07

Il pacchetto sulle garanzie alle Pmi, ai professionisti ed alle imprese sino a 499 dipendenti prevede una garanzia pubblica del 100% per finanziamenti sino a 25 mila euro, senza alcuna valutazione del merito del credito, del 100% (90% a carico dello Stato e 10% dei consorzi fidi) per somme sino a 800 mila euro senza una valutazione sull’andamento delle società che lo richiede e sempre senza valutazione andamentale la garanzia sarà del 90% fino a 5 milioni di euro

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Il Decreto Imprese varato ieri sera dal governo Conte porta in dote un prestito automatico fino a 25 mila euro per autonomi, negozianti, professionisti e piccole imprese sarà automatico. Le banche potranno erogare queste somme senza attendere il via libera del Fondo centrale di garanzia.

Decreto Imprese: prestiti automatici con tetto a 25mila euro

Nel pacchetto di misure varato ieri dal Consiglio dei ministri col nuovo «Decreto imprese», l’Italia arriva a mobilitare risorse per oltre 750 miliardi: 400 miliardi di euro in più rispetto ai 350 già previsti col «Cura Italia». E c’è anche il rinvio di due mesi dei versamenti di tasse e contributi per autonomi e aziende colpiti dalla crisi, per un controvalore pari a circa 10 miliardi di euro, e come previsto il rafforzamento delle norme sul golden power in modo da assicurare al governo maggiori poteri nella difesa delle imprese italiane. Spiega oggi Paolo Baroni sulla Stampa:

Il pacchetto sulle garanzie alle Pmi, esteso anche ai professionisti ed alle imprese sino a 499 dipendenti, in particolare, prevede una garanzia pubblica del 100% per finanziamenti sino a 25 mila euro, senza alcuna valutazione del merito del credito, del 100% (90% a carico dello Stato e 10% dei consorzi fidi) per somme sino a 800 mila euro senza una valutazione sull’andamento delle società che lo richiede e sempre senza valutazione andamentale la garanzia sarà del 90% fino a 5 milioni di euro. In totale ai finanziamenti alle imprese vengono destinati altri 200 miliardi di finanziamenti aggiuntivi senza alcun limite di fatturato.

Poi altri 200 miliardi (ma solo 50 liberati da subito) rappresentano i maggiori crediti a favore dell’export e l’internazionalizzazione delle nostre imprese, operazione che porta con sé un significativo rafforzamento del ruolo della Sace su cui fino all’ultimo però c’è stata molta discussione all’interno del governo. I prestiti dello Stato potranno arrivare fino al 25% del fatturato o al doppio del costo del personale ed andranno restituiti al massimo in 6 anni con tassi quasi pari a zero. In totale il governo col decreto aprile apposterà in bilancio 30 miliardi di euro per arrivare a garantire tutta questa enorme mole di finanziamenti e tutti, dal premier ai ministri, hanno assicurato che l’erogazione dei fondi grazie alla garanzia dello Stato sarà «celere, spedito e sicuro».

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Decreto Imprese: la golden rule (Il Messaggero, 7 aprile 2020)

Repubblica spiega che la novità è l’intervento della Sace, la società controllata dal Tesoro attraverso la Cassa depositi e prestiti, che ha il compito di assicurare i crediti all’export:

La Sace avrà a disposizione 400 miliardi (dunque non più solo 200) che si sommano ai 350 del primo decreto di marzo. Le garanzie Sace per 200 miliardi copriranno, tra il 70 e il 90%, le banche che faranno prestiti alle imprese di ogni dimensione in difficoltà nel pagare fornitori, affitti e bollette.I finanziamenti avranno due condizioni: l’impresa non dovrà distribuire dividendi nei 12 mesi successivi e dovrà investire in Italia. Altri 200 miliardi saranno utilizzati dalla Sace per il suo compito “storico” di assicurare le esportazioni.

Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, resta in campo il Fondo di garanzia, gestito dal ministero per lo Sviluppo, che nel precedente decreto offriva garanzie all’80% e ora sale al 100% fino a 800 mila euro di finanziamento. Se il prestito sarà inferiore, cioè fino ad un “taglio” di 25 mila euro, l’erogazione sarà automatica. A fronte di prestiti maggiori, previsti fino a 5 milioni di euro, la garanzia scende fino al 90%.

I prestiti alle imprese senza valutazione andamentale

Sarà il ministero dell’Economia ad avere l’indirizzo e il coordinamento dell’azione di Sace nel dare garanzia ai prestiti bancari alle imprese, ma “di concerto” con il ministero degli Affari esteri e avrà un coinvolgimento più diretto nel supporto all’export e alla internazionalizzazione delle imprese. E’ quanto emerge nell’ultima bozza del decreto sulla liquidità alle imprese. In una delle norme che riguardano l’azione di Sace, si legge ad esempio: “Sace S.p.A. consulta preventivamente il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in ordine alle decisioni aziendali rilevanti ai fini dell’efficace attuazione delle misure di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, con particolare riferimento alle decisioni relative all’assunzione di impegni e al recupero dei crediti”.

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Il Fondo Centrale di Garanzia per le pmi potrà ora concedere garanzie a titolo gratuito fino a un importo massimo di 5 milioni di euro anche alle imprese con numero di dipendenti inferiore a 499. La garanzia del fondo stesso è pari al 90% dell’importo. Per le imprese con ricavi fino a 3,2 milioni di euro, la garanzia concessa dal Fondo al 90% puo’ essere cumulata con un’altra garanzia di un terzo soggetto, per ottenere prestiti con una garanzia del 100% su finanziamenti di importo massimo di 800.000 euro (e comunque non superiori al 25% dei ricavi del beneficiario). E’ quanto si legge nello schema sul sito del ministero dell’Economia sul pacchetto di misure per la liquidità varate in Cdm. Sono ammessi al Fondo con copertura al 100%, e senza procedura di valutazione da parte del medesimo, i nuovi finanziamenti di durata massima di 6 anni a favore di pmi e piccoli professionisti, per un importo massimo di 25.000 euro e comunque non superiore al 25% dei ricavi del beneficiario; il rimborso del capitale non decorre prima di 18 mesi dall’erogazione del prestito. Il decreto prevede anche una serie di misure finalizzate ad assicurare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza. Secondo quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, vi sono poi misure che riguardano la disciplina del fallimento e che, nell’insieme, sono volte in questa fase a: – sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza; – sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori (quindi quando il periodo emergenziale sarà passato, i creditori potranno se del caso proporre le azioni revocatorie).

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