I prestiti a tasso zero da restituire in otto anni per le imprese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-04

L’obiettivo del governo è di garantire altri duecento miliardi di liquidità alle imprese italiane dopo i 350 del Decreto Cura Italia. Si pensa a un’approvazione già da domani nel consiglio dei ministri e arriveranno anche una decina di miliardi di garanzie pubbliche per le banche per permettere di erogare finanziamenti alle imprese

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Nel pacchetto economico che il governo si appresta a varare per fronteggiare l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 ad aprile il governo inserirà una norma per le imprese che le porterà ad ottenere prestiti a tasso zero da restituire in otto anni per un importo pari al 25% del fatturato. Nel decreto ci sarà anche un pacchetto fiscale che prevede lo slittamento di IMU e TARI.

I prestiti a tasso zero da restituire in otto anni per le imprese

Il Messaggero spiega oggi che l’obiettivo del governo è di garantire altri duecento miliardi di liquidità alle imprese italiane dopo i 350 del Decreto Cura Italia. Si pensa a un’approvazione già da domani nel consiglio dei ministri e arriveranno anche una decina di miliardi di garanzie pubbliche per le banche per permettere di erogare finanziamenti alle imprese. Il Fondo centrale di garanzia avrà altri 5 miliardi di euro, facendo salire così la dote complessiva a 7. Potranno chiedere prestiti le piccole, le medie e le grandi imprese fino a 500 dipendenti. Anche le garanzie tramite la Cassa depositi e prestiti saranno potenziate. Il compito della società pubblica sarà quello di sostenere le grandi imprese. A questo scopo il fondo di 500 milioni sarà allargato a 5 miliardi.

Ma sul provvedimento ci sono dei punti divisivi non ancora risolti. Nonostante la Commissione europea abbia dato il via libera alla possibilità per lo Stato di garantire a l100% i prestiti alle imprese, il Tesoro spingerebbe per fermare la garanzia pubblica al 90%. Sembra una questione marginale e invece è importante. Con una garanzia al 100% non ci sarebbe scrematura delle imprese in base al merito creditizio. Cosa che invece è necessaria con una copertura del 90%.

Il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, spinge perché si arrivi al massimo della garanzia anche per accelerare i tempi dei prestiti. Il decreto dovrebbe poi contenere un allargamento della protezione per le imprese strategiche attraverso i golden power, i poteri speciali del governo.Ci dovrebbe essere un allargamento dei settori coperti dalla protezione dello Stato anche alle aziende non quotate in Borsa, a quelle del settore medicale e farmaceutico, alle banche e alle assicurazioni.

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Le misure di aprile (Corriere della Sera, 4 aprile 2020)

Ci sarà poi altra liquidità per le Partite IVA con finanziamenti fino a 3mila euro con garanzia pubblica e la possibilità di salire fino a 25mila euro. Il prestito fino a 10mila euro proposto dal sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa non è ancora sicuro, mentre ci sarà un pacchetto fiscale con lo stop alle scadenze per aprile e maggio:

Ad averne diritto sarebbero tutte le imprese dei settori chiusi dalle ordinanze governative che fatturano fino a 10 milioni di euro. Nel pacchetto dovrebbero entrare anche lo stop ai pignoramenti presso terzi e il blocco degli avvisi bonari da parte dell’Agenzia delle entrate. Così come dovrebbero esserci anche altri slittamenti fiscali, come il pagamento dell’Imu e della Tari di giugno, che potrebbero slittare a novembre. Si tratterà comunque di una facoltà data ai Comuni, non di un obbligo. Spetterà singolarmente ai sindaci il da farsi.

Ci sarà, inoltre la sospensione di una serie di termini,come quello per chi ha acquistato una casa con i benefici fiscali obbligandosi a vendere un altro immobile entro un anno. Il termine per la vendita sarà fatto slittare, così come l’obbligo di trasferire la residenza entro 18 mesi data l’impossibilità per molti di portare avanti i cantieri di ristrutturazione degli immobili.

Il decreto di domani dovrebbe valere circa 10 miliardi e sarà finanziato senza chiedere al parlamento di fare nuovo deficit. Tra le ipotesi quello di utilizzare i dividendi extra della Banca d’Italia e altri fondi disponibili.

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