La Presidenza del Consiglio chiede a Berlusconi un risarcimento da 10 milioni per “discredito planetario”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-26

L’avvocata della Presidenza del Consiglio Gabriella Vanadia ha chiesto a Berlusconi e agli altri 28 imputati nel processo Ruby Ter un risarcimento da oltre 10 milioni di euro per il danno d’immagine portato all’istituzione

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Con i suoi comportamenti da premier in carica Silvio Berlusconi avrebbe portato “discredito planetario” alla Presidenza del Consiglio, che adesso chiede all’ex cav – per il tramite dell’avvocata Gabriella Vanadia – un risarcimento danni da 10 milioni di euro per la corruzione in atti giudiziari, ai quali si aggiungono 500mila euro per le false testimonianze. I due reati per i quali il leader di Forza Italia è imputato – insieme ad altre 28 persone – nel processo Ruby Ter, giunto ormai alle fasi finali nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi a Milano.

La Presidenza del Consiglio chiede a Berlusconi un risarcimento da 10 milioni per “discredito planetario”

Una somma – richiesta a tutti gli imputati, tranne Luca Pedrini, per il quale è stata chiesta l’assoluzione – che dovrebbe riparare al danno d’immagine dato dal “clamore ineguagliabile a livello mondiale” della vicenda legata alle “Olgettine”. La richiesta arriva dopo quelle di condanna avanzate dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, che per Berlusconi hanno chiesto sei anni di reclusione. Per arrivare alla somma di 10 milioni, ha spiegato Vanadia – è stato fatto un calcolo che ha sommato “una pluralità di elementi”. Tra questi l’entità della corruzione ipotizzata, poi la notorietà dei soggetti coinvolti, Berlusconi su tutti. L’ex premier è accusato di aver “comprato” testimonianze benevole nei suoi confronti al processo principale da parte delle ragazze che partecipavano alle serate nella sua villa.

La difesa dell’ex premier

Tra loro Karima El Marhoug, nota come Ruby Rubacuori, per la quale sono stati chiesti 5 anni. La difesa del leader azzurro si è sempre basata sul fatto che i beni che la Procura ipotizza essere stati ceduti per indirizzare le testimonianze venivano elargiti come parziale “risarcimento” visto che le ragazze, dopo essere rimaste invischiate nel filone principale dell’inchiesta, non riuscivano più a lavorare nel mondo dello spettacolo. Sei anni sono stati chiesti invece per Luca Risso, ex fidanzato di Karima El Marhoug, che scappò in Messico con la ragazza prima che i magistrati potessero interrogarla.

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