La ribellione dei precari per i Navigator del reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-24

In gran parte precari storici — 654 su 1.103 dipendenti, il 59% — chiedono un piano di stabilizzazioni da avviare prima dell’arrivo dei navigator, altri precari che loro stessi dovranno gestire

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«I’m a Navigator / I’m a mama-papa comin’ for you», (non) cantava David Bowie ai bei tempi. Oggi invece i navigator rischiano di diventare un bel problema per Luigi Di Maio.  Perché, racconta oggi Valentina Conte su Repubblica, in attesa della selezione, formazione e assegnazione sul territorio dei 3 mila navigator, gli assistenti tecnici di Anpal Servizi minacciano di incrociare le braccia.

In gran parte precari storici — 654 su 1.103 dipendenti, il 59% — chiedono un piano di stabilizzazioni da avviare prima dell’arrivo dei navigator, altri precari che loro stessi dovranno gestire. Prima cioè di diventare la «società in house numero uno in Europa per peso di dipendenti senza un contratto stabile: il 90%». Anpal Servizi è una società privata, controllata da Anpal, l’Agenzia pubblica per le politiche attive. Cruciale perché fornisce assistenza tecnica ai centri per l’impiego: un aiuto agli operatori che seguono i disoccupati nella ricerca di un posto

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I navigator del reddito di cittadinanza (La Repubblica, 9 maggio 2019)

Lo sciopero nazionale di ieri — partecipato e compatto — non ha portato al risultato sperato. E così Cgil, Cisl e Uil assieme al Coordinamento precari di Anpal Servizi e a Clap, le Camere del lavoro autonomo e precario, hanno deciso di tirare dritto.

«Senza risposte, continueremo a scioperare e bloccare l’assistenza ai centri per l’impiego», spiega Cristian Sica, del Coordinamento. «Il 3 aprile abbiamo chiesto al presidente di Anpal a cosa servono i 25 milioni stanziati nottetempo nel decreto del reddito e se potevano essere spostati ad Anpal Servizi per stabilizzare i precari. Zero spiegazioni».

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