Il consigliere del Popolo della Famiglia che usa l’omicidio di Torre del Greco per attaccare il referendum sull’eutanasia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-04

Mirko De Carli, consigliere del Popolo della Famiglia nel comune di Riolo Terme (Ravenna), sostiene che l’omicidio di Torre del Greco resterebbe impunito se passasse il referendum promosso da Marco Cappato

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A Torre del Greco una donna 40enne ha ucciso suo figlio di due anni lasciandolo annegare in mare perché credeva avesse problemi psichici: a due anni non aveva ancora proferito parola, e la cosa turbava la madre, che ha tentato il suicidio dopo aver compiuto il gesto. Un dramma familiare e cittadino, di una gravità enorme, che ha sconvolto nel profondo i suoi familiari e l’intera comunità di Torre del Greco. Ma sul quale il Popolo della Famiglia ha deciso comunque di speculare. Lo ha fatto nelle parole di Mirko De Carli, iscritto al partito di Mario Adinolfi, consigliere comunale a Riolo Terme, in provincia di Ravenna, e Consigliere nazionale dell’Anci. Su Facebook, De Carli ha postato uno screenshot dell’articolo del quotidiano Il Tempo sulla vicenda accaduta nel Napoletano, e con un collegamento a dir poco fantasioso ha usato il tutto per attaccare la proposta di un referendum sull’eutanasia promossa dall’associazione Luca Coscioni. “Un crimine di una mamma malata – ha scritto – che resterebbe impunito se la legislazione italiana venisse cambiata secondo il pensiero di Marco Cappato. La nostra resistenza per far bocciare il quesito referendario radicale sull’eutanasia dalla Corte Costituzionale è la sfida decisiva per questo 2022. La vita va difesa e salvata, non aiutata a morire anche se sofferente”.

Il consigliere del Popolo della Famiglia che usa l’omicidio di Torre del Greco per attaccare il referendum sull’eutanasia

Da dove cominciare. Innanzitutto, formalmente non può esistere una “battaglia” dei partiti per influenzare la decisione della Corte Costituzionale sull’ammissibilità o meno di un referendum: i giudici decidono sulla base della compatibilità del testo da sottoporre ai cittadini con la Carta fondamentale, qualsiasi ingerenza sarebbe un attacco alla loro autonomia. Inoltre, e veniamo al punto dolente, è davvero possibile che De Carli non distingua la differenza tra un omicidio e il diritto all’autodeterminazione dei malati? Se si tratta di una forzatura voluta, sarebbe una strumentalizzazione becera di un fatto di cronaca molto impattante dal punto di vista emotivo. Se invece lo crede davvero, invece di pontificare sulla Corte costituzionale dovrebbe leggere il testo proposto – tra gli altri – da Cappato. Il quesito referendario ha come obiettivo l’introduzione dell’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. Di fatto verrebbe scagionato, come già sancito dalla Corte costituzionale che più volte ha invitato il Parlamento a legiferare in merito, chiunque “cagioni la morte di un uomo, con il consenso di lui” se quest’ultimo è affetto da una malattia grave ed irreversibile che gli causi atroci sofferenze. Un tema serio, per molti un dramma personale o familiare: certamente non un giochino da smontare e rimontare a piacimento per il proprio tornaconto.

 

(foto: profilo Facebook Mirko De Carli)

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