Opinioni
Il ponte crollato di Genova: un’altra metafora dell’Italia
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2018-08-15
Ci sono momenti simbolo nella storia del Paese: quelli più anziani come me, si ricordano la vittoria dei Mondiali in Spagna nel 1982 e l’immagine di Pertini con la pipa. Un messaggio confortante, di un paese capace di vincere, risorgendo dal baratro degli Anni di Piombo che lo avevano insanguinato con un Presidente integro ed onesto. Il crollo del ponte di Genova può essere interpretato come una brutale metafora del momento che stiamo vivendo.
Esattamente 20 giorni prima ero stato a visitare un’azienda situata esattamente sotto il ponte che è crollato. Casualmente ho chiacchierato proprio del ponte Morandi con un mio amico ingegnere civile che mi ha parlato della sua pericolosità. Era quindi noto che quella struttura avesse evidenti criticità. “Per fortuna” il ponte è crollato nella settimana di Ferragosto, quando la zona industriale era deserta altrimenti il bilancio di morti sarebbe stato più tragico.
Il crollo del ponte può essere interpretato come una brutale metafora del momento che stiamo vivendo. Ci sono momenti simbolo nella storia del Paese: quelli più anziani come me, si ricordano la vittoria dei Mondiali in Spagna nel 1982 e l’immagine di Pertini con la pipa. Un messaggio confortante, di un paese capace di vincere, risorgendo dal baratro degli Anni di Piombo che lo avevano insanguinato con un Presidente integro ed onesto. Purtroppo negli ultimi anni sotto gli occhi solo metafore negative. Il naufragio della nave Costa Concordia, il cui comandante Schettino cercava salvezza dimenticandosi i suoi doveri verso i passeggeri e l’equipaggio, era chiaramente la metafora di una Italia che stava naufragando governata da una classe non solo inetta e ladra ma anche profondamente vile.
Il crollo del ponte contiene in sè tutti i requisiti di una metafora crudele:
– Un ponte progettato male 50- 60 anni fa. In effetti i principali problemi che stiamo vivendo adesso, ossia alto debito pubblico ed eccessiva spesa pensionistica, vengono da scelte sciagurate compiute 50 anni fa.
– Nonostante i segnali di allarme non si è fatto nulla. Ma in Italia ogni iniziativa è rallentata, se non bloccata, da una burocrazia folle, dalla protesta dei no-a-qualsiasicosa (secondo loro occorreva fare ben altri interventi prima di intervenire sul ponte, ovviamente senza mai elencare quali altri interventi si dovessero fare prima ), dai falsi esperti (alcuni “tecnici” hanno dichiarato che il ponte poteva durare altri centi anni, esattamente come altri “esperti” hanno affermato che la Xylella non esiste, i vaccini sono un complotto di Big Pharma, le scie chimiche sono pericolose, l’omeopatia ha una sua base scientifica e via farneticando) e dal fatto che in Italia si premia chi non fa nulla consentendogli di mettersi al riparo dei rischi con la sua indolenza.
– Il Ponte è crollato su civili abitazioni e su una zona industriale. Ed è proprio la “ggente” e l’imprenditoria a pagare il prezzo più salato per il naufragio del bastimento Italia. Solo messaggi negativi da questa vicenda? A dire il vero c’è un fioco segnale positivo. Il Premier Conte si è recato subito sul luogo della tragedia e ha mostrato la vicinanza dello Stato in modo composto. Secondo me è un segnale piccolo ma positivo e da non trascurare. Solo evitando spettacolarizzazioni, la mentalità del fare potrà finalmente subentrare alla mentalità dell’annuncio a cui non seguono fatti e della protesta sterile.
*** Vincenzo Vespri è professore di matematica all’Università degli Studi di Firenze
Oltre ad essere un professore universitario di Matematica che vede con sgomento l’università italiana andare sempre più alla deriva, sono anche un valutatore di progetti scientifici ed industriali (sia a livello italiano che europeo).
Vedere nuove idee, vedere imprese che nascono, vedere giovani imprenditori che per realizzare le proprie idee combattono fatiche di Sisifo contro il sistema paleo-burocratico e sclerotizzato, è un’ esperienza tipo Blade Runner:
” Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”.