Pippi Mellone: il sindaco fasciocomunista che vuole lo Ius Soli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-05

Il primo cittadino di Nardò, proveniente da Azione Giovani, si fa sostenitore della battaglia per l’approvazione della legge sullo Ius Soli sostenendo che altrimenti la politica deruberebbe l’Italia del suo futuro

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Giuseppe “Pippi” Mellone è il sindaco “fasciocomunista” di Nardò. Eletto con una lista civica alle amministrative di giugno 2016 Mellone ha sconfitto il candidato del centrosinistra. A 31 anni è diventato così il più giovane sindaco della cittadina pugliese. Mellone in gioventù ha militato in Azione Giovani, un gruppo politico di destra. Per le amministrative ha fondato un suo partito che ha chiamato “Andare Oltre” in omaggio al titolo di un editoriale pubblicato da Pino Rauti nel 1979. Mellone però è un personaggio politico particolare: non si riconosce nella destra italiana, in passato ha votato per il MoVimento 5 Stelle e alle primarie del PD ha invitato a votare per Michele Emiliano.

Pippi Mellone e il futuro dello Ius Soli

Ma ci sono anche altri aspetti che danno la misura della distanza di Pippi Mellone dai partiti di destra, soprattutto da quelli di stampo sovranista. Ad esempio Mellone è a favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e ritiene che sulla liberalizzazione delle droghe leggere l’Italia debba percorrere la “via olandese” per sottrarre il mercato alla criminalità organizzata. Ma le posizioni del sindaco di Nardò sugli immigrati e sull’immigrazione lo allontanano anche dal M5S. Qualche giorno fa Mellone infatti ha scritto su Facebook che non è più possibile rimandare la discussione sullo Ius Soli.
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Se la politica – soprattutto chi ha congelato il dibattito sulla legge in attesa di tempi migliori –  “è sterile e parla alle pance non riuscendo a parlare alle teste” Mellone allora si rivolge ai colleghi sindaci invitandoli a prendere in mano il dibattito. Sono infatti gli amministratori locali e non i politici “di Roma” a toccare con mano i problemi quotidiani delle persone e le loro preoccupazioni. Compresi quelli degli “italiani di fatto”, contrapposti agli “italiani di diritto”. Per Mellone non ha più senso alimentare il consenso agitando la preoccupazione di coloro che temono la presenza di irregolari o gli sbarchi senza controllo. Mellone è per una politica in grado di vedere il futuro, e quel futuro non può passare che per le mani delle giovani generazioni.

Politica e cattiva informazione seminano la malapianta del razzismo

Il sindaco di Nardò ha deciso di sostenere le istanze degli Italiani senza cittadinanza, di coloro che si sentono italiani al 100%. Mellone si richiama a Pino Rauti, Bettino Craxi e Fabio Granata per spiegare che la nazione è un “patrimonio che cresce e si rinnova nell’impegno dei cittadini”. E Mellone, che da Nardò vive in prima persona il dramma del caporalato e della manovalanza sfruttata, ne sa qualcosa.
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Secondo Mellone la campagna d’odio contro gli “italiani di fatto” ricorda molto il razzismo nei confronti degli italiani del Meridione. Connazionali vittime di campagne d’odio come quelle di un partito che oggi si schiera contro lo Ius Soli. Per riprenderci il futuro allora l’unica strada da percorrere è quella di garantire che quegli italiani di fatto possano diventare italiani anche per la legge. In fondo loro italiani si sentono già. E per farlo bisogna anche impegnarsi a fare corretta informazione ricordando che con la legge sullo Ius Soli nessun clandestino diventerà “automaticamente” italiano e che l’Italia non diventerà la sala parto del Mediterraneo, come hanno voluto fare intendere certi sovranisti disperati.

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