A Pillon non è bastata la blastata ricevuta da Salvini sulla storia dell’educazione sessuale in quinta elementare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-02

Anche il senatore leghista, come il suo segretario, cita spezzoni a caso di una rilevazione non scientifica e non attendibile. Inoltre utilizza altri termini che sono più indicati a un sito di contenuti pornografici che a una materia educativa come è l’educazione sessuale

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Dare in pasto ai social (non) notizie basate su sondaggi (non) scientifici – dunque non affidabili – riportando solamente una parte (quelle elettoralmente più incline al proprio elettorato) di quelle rilevazioni e non contestualizzando i fatti. Una vera e propria escalation di dinamiche che nei giorni scorsi ha visto protagonista Matteo Salvini e oggi vede il ritorno in auge del suo collega di partito: il leghista Simone Pillon. Il tema, ancora una volta, è quello dell’educazione sessuale fin dalle scuole primarie. E, come fatto dal segretario del Carroccio, anche il senatore utilizza stessi termini e stessi temi per raccontare una storia non reale.

Pillon e il “sondaggio” sull’educazione sessuale nelle scuole elementari

Partiamo da un particolare: Salvini e Pillon parlano la stessa lingua sui social. Forse per via dell’unità di intenti degli staff che curano le pagine dei due “attori protagonisti” del mondo Lega, o forse perché la mano che ha realizzato quella card è la stessa (ma con foto differente). Perché il senatore del Carroccio e il segretario del suo partito hanno scritto la stessa identica cosa.

Come i ritornelli dei tormentoni estivi. Quelli che, in molti casi, non hanno un senso compiuto ma sono musicalmente adatti alla stagione. E, anche in questo caso, le parole utilizzate dai due politici della Lega non sono molto contestuali alla realtà dei fatti. Innanzitutto perché parlare di educazione sessuale è ben diverso dal parlare di “coito e penetrazioni”. Un gergo tipico dei siti che offrono contenuti pornografici. L’educazione sessuale, infatti, è – secondo gli standard Europei – un qualcosa di ben diverso:

“Significa apprendere relativamente agli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità. L’educazione sessuale inizia precocemente nell’infanzia e continua durante l’adolescenza e la vita adulta e mira a sostenere e proteggere lo sviluppo sessuale. Gradualmente essa aumenta l’empowerment di bambini e ragazzi, fornendo loro informazioni, competenze e valori positivi per comprendere la propria sessualità e goderne, intrattenere relazioni sicure e gratificanti, comportandosi responsabilmente rispetto a salute e benessere sessuale propri e altrui”.

Basterebbe questo per placare la volata elettorale anche su questo tema. Ma c’è anche di più. Molto di più. Come sottolineato da Paolo Attivissimo sul suo blog, sia Salvini che Pillon hanno completamente omesso il contesto di quella che è una non notizia. Innanzitutto nella contestualizzazione: la proposta oggetto del “sondaggio” è quella di destinare alcune lezioni di educazione sessuale ai bambini della 5^ elementare, ovvero quelli che frequentano l’ultimo anno della scuola primaria. Non, dunque, ai bambini di 6/7/8/9 anni.

Ma c’è molto di più. L’articolo citato da Salvini e Pillon – con annessa rilevazione statistica – è stato pubblicato dal portale “Tecnica della Scuola” (qui nella versione archivio, in copia permanente, messa online dallo stesso Attivissimo). Lo stesso sito spiega come quel sondaggio non sia scientifico e quindi non affidabile: “Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici”. Basta così? Assolutamente no. Perché scorrendo lungo la pagina che riporta quella rilevazione, arriva un’altra sorpresa. C’è un altro sondaggio che ribalta la situazione – questa volta ottenuto sommando i voti via Instagram -, indicando il 71% di persone a favore dell’educazione sessuale in quinta elementare e il 29% di contrari. Esattamente l’opposto rispetto alla prima rilevazione. Ovviamente, viste le dinamiche, nessuno dei due sondaggi è attendibile scientificamente, come ampiamente spiegato da chi lo ha redatto e ha raccolto i risultati.

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