Come Cartabellotta ha perculato Salvini sull’educazione sessuale nelle scuole primarie

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-31

Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta risponde a Matteo Salvini e al suo “no” all’educazione sessuale nelle scuole primarie

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Rilanciando un sondaggio del quotidiano online La Tecnica della Scuola, Matteo Salvini aveva manifestato il suo “no” all’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole primarie. Circa 7 su 10 infatti si sono detti contrari. “Parlare di sesso, di coito e penetrazione a bimbi delle scuole elementari? Dal 70% di mamme e papà, me compreso, un secco NO”, ha scritto in un Tweet il senatore leghista. Messaggio al quale ha risposto il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta: “Onorevole Matteo Salvini temo Lei non abbia ben chiara la differenza tra educazione sessuale e pornografia”.

Come Cartabellotta ha perculato Salvini sull’educazione sessuale nelle scuole primarie

Le circostanze nelle quali sarebbe avvenuto l’insegnamento non erano specificate: è chiaro però che l’approccio alla materia con bambini così piccoli passerebbe per step graduali, seguiti da una figura specializzata, in grado di guidare i giovani studenti alla scoperta del proprio corpo in maniera sana e non – come avviene spesso – attraverso vie meno adatte a questo genere di pubblico, come ad esempio la stessa pornografia. La Tecnica della Scuola stessa specifica: Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica ‘La Tecnica della Scuola’ nel periodo che va dal 27 al 30 maggio 2022. Hanno partecipato 1313 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici”. Sul totale delle risposte sono stati meno i docenti contrari rispetto alla totalità che tiene dentro anche genitori e studenti: gli insegnanti però restano in prevalenza per il no al 57,6%, contro un 40.2% che si dice favorevole. Altre risposte libere al sondaggio sono state: “Dipende da cosa si intende. Conoscere il proprio corpo, sì”, “Al massimo al quinto anno ma penso sia meglio trattarla alla secondaria di primo grado”, “Solo in caso di necessità. Sicuramente da concordare con la famiglia”, “L’educazione va concordata con i genitori altrimenti è pericoloso, possono inculcare nei bambini il gender“.

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