Lo scivolone di Pillon sulla Costituzione nel tentativo di difendere la Polonia contro l’Ue

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-10-09

La decisione della Corte Costituzionale polacca di stabilire la superiorità delle leggi nazionali rispetto a quelle comunitarie ha fatto discutere anche in Italia. Il Pd sta con l’Unione europea, mentre Lega e FdI difendono la sentenza

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Giovedì una decisione della Corte Costituzionale polacca ha scosso i palazzi delle istituzioni europee: secondo i giudici, che hanno risposto a un quesito del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, “ogni sentenza o atto normativo dell’Unione Europea deve essere conforme alla legge polacca, per essere applicato in Polonia”. Una dichiarazione senza precedenti, che capovolge il fondamento dell’Ue, ossia la supremazia delle leggi comunitarie rispetto a quelle dei singoli stati.

Si allungano sempre più le distanze tra Bruxelles e Varsavia, mentre fonti comunitarie accusano il governo polacco di aver compromesso l’indipendenza dei tribunali: la stessa Corte Costituzionale è infatti piena di giudici nominati direttamente dal governo e ritenuti vicini a Diritto e Giustizia, il partito di estrema destra che governa in Polonia.

“Nel sistema giuridico polacco – si legge nelle motivazioni – il Trattato sull’Unione Europea è subordinato alla Costituzione, e come ogni norma del sistema polacco deve essere conforme”. La vicenda si è presto trasformata in un caso politico che ha travalicato i confini, arrivando anche in Italia. “La notizia è che la Polonia oggi attacca alle fondamenta la struttura giuridica della costruzione dell’Ue. Il sovranismo antieuropeo non è slogan e folklore come qualcuno pensa. È un ritorno indietro. Sbagliato e pericoloso. Che va combattuto”, ha spiegato il segretario del Pd Enrico Letta.

Con la Polonia invece si sono schierati Fratelli d’Italia e la Lega. Tra questi, il senatore del Carroccio Simone Pillon ha scritto un post su Facebook spiegando le sue ragioni. “La Polonia – spiega Pillon – ribadisce quel che dovrebbe essere ovvio, e cioè che le norme sovranazionali devono essere conformi a quelle nazionali, e non viceversa. Anche nella nostra costituzione c’è scritto che la sovranità appartiene al popolo italiano, non a quello danese o tedesco”.

Quel che Pillon dimentica, e che avrebbe potuto ben conoscere se si fosse spinto fino all’articolo 11 della Costituzione, senza fermarsi soltanto al primo, è che l’Italia “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. È il motivo per cui esiste l’Unione europea, ed è il motivo per cui il polo progressista combatte senza sosta contro derive di Paesi, guidati proprio dalla Polonia, che continuano ad approvare leggi contro la libertà di informazione, contro i diritti della comunità LGBT+ e quelli delle donne.

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