Pillon dice che c’è “un’ossessione per i diritti delle donne”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-29

Il senatore leghista torna a parlare della sentenza della Corte Suprema americana sull’aborto e sostiene che si parli troppo dei diritti delle donne e non di quelli dei futuri nascituri

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Aveva già esultato, parlando di “brezza leggera” con l’auspicio che a breve arrivi anche da noi (in Italia e in Europa), pochi istanti dopo il pronunciamento della Corte Suprema americana che ha, di fatto, cancellato il diritto all’aborto costituzionalmente riconosciuto negli Stati Uniti. E oggi Simone Pillon torna a premere sullo stesso tasto dicendosi certo che nel giro di pochi anni l’interruzione di gravidanza sarà solamente un “brutto ricordo” nel nostro Paese. Poi punta il dito su quella che definisce una “ossessione” in merito ai diritti della donne.

Pillon e “l’ossessione per i diritti delle donne” rispetto a quelli dei nascituri

Intervistato da AdnKronos, il senatore della Lega sottolinea come queste siano sue considerazione personali. Insomma, non parla a nome del suo partito. E poi torna all’attacco con i vecchi cavalli di battaglia già sfoggiati nel passato più o meno recente:

“Oggi sappiamo che quello non è un grumo di cellule, ma un bambino, perfetto, completo. Un essere umano con un cuoricino che batte, manine, piedini, testolina, capace di ascoltare musica e di sorridere alla voce materna. Sento ossessivamente parlare di diritti delle donne: sono donne anche la metà dei nascituri. I loro diritti non contano?”.

Per il senatore del Carroccio, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza a Palazzo Madama, c’è uno squilibrio nella percezione del dibattito sui diritti, con una bilancia che penderebbe vertiginosamente dalla parte delle donne. Poi prova a dare qualche numero sui possibili cittadini italiani (comprese le generazioni successive) che non sono mai nati per colpa dell’aborto:

“Dal 1978 ad oggi abbiamo perso a causa dell’aborto circa 6 milioni di connazionali, cui vanno aggiunti i figli che sarebbero nati da loro, che secondo recenti e autorevolissimi calcoli ammontano a circa 100mila ogni anno”.

La colpa, secondo Pillon (che cita Vittorio Feltri) è anche della legge 194 del 1978, quella che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza. Il prossimo passo potrebbe essere il conteggio di tutti quelle gravidanze mai avvenute per colpa dei sistemi contraccettivi. Sia maschili che femminili.

(foto ipp clemente marmorino)

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