Fact checking
Pietro Grasso, l'addio al PD e l'approdo a MDP
Alessandro D'Amato 27/10/2017
Il presidente del Senato non si sbottona sul suo futuro politico. «Dipenderà da lui», dicono a MDP, dove l’effetto Grasso è stato già testato con «risultati ottimi»
Ieri il presidente del Senato Pietro Grasso ha lasciato il gruppo del Partito Democratico spiegando che non si trova più in sintonia con le scelte del partito che lo ha portato in parlamento e criticando la legge elettorale e la decisione di mettere la fiducia sulla norma.
Pietro Grasso, l’addio al PD e l’approdo a MDP
Oggi sui giornali molti retroscena raccontano il malessere del presidente del Senato, che riserva giudizi severi al partito di Renzi, e anche le sue intenzioni future, che vanno nella direzione di un approdo in Articolo 1 – MDP, di cui potrebbe essere anche il candidato presidente del Consiglio alle prossime elezioni dopo il niet di Giuliano Pisapia. «Politicamente e umanamente la misura è colma. Io non mi riconosco più nel merito e nel metodo di questo Pd. Assisto a comportamenti che imbarazzano le istituzioni e ne minano la credibilità e l’indipendenza. Non mi riconosco nemmeno nelle sue prospettive future», dice Grasso nel pezzo di Liana Milella per Repubblica.
E ancora: «Quando mi sono candidato nel Pd riconoscevo principi, valori e metodi condivisi, che si sono andati disperdendo nel corso degli anni». Ma rifiuta di anticipare le prossime mosse: «Per il futuro vedremo, non è oggi la giornata giusta per pensarci». E poi: «In una decisione come la mia non contano certo le poltrone. E per me, non sono mai contate».
Pietro Grasso e la leadership di MDP
Parole che suonano come una requisitoria, nella quale è evidente che non c’entrano ragioni di poltrone se non altro perché Luigi Zanda ha ieri rivelato di aver offerto, oltre alla candidatura alla presidenza della Sicilia, anche un posto in un collegio uninominale a sua scelta al presidente del Senato, ricevendo alla fine un diniego.
«Sono un ragazzo di sinistra», ha ricordato una ventina di giorni fa alla festa di Mdp a Napoli. Tra i renziani, ma anche dentro le fila della sinistra, c’è la convinzione che si tratti di una mossa di avvicinamento ad una candidatura con la nuova lista di Bersani. Di cui potrebbe essere il leader, o comunque uno dei front man. «Per il futuro vedremo», ha detto lui non sbottonandosi e garantendo la sua presenza super partes in Aula. Dal Nazareno non sono arrivate richieste ufficiali di dimissioni anche se il senatore Margiotta le ha chieste tra le righe ieri su Twitter. Secondo il racconto del Corriere «Dipenderà da lui», dicono in via Zanardelli, dove l’effetto Grasso è stato già testato con «risultati ottimi».