Pietro Amatuzzo: il sindaco di Malvito che vieta l’ingresso in paese a veneti e lombardi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-25

Un piccolo paese in provincia di Cosenza vuole evitare la diffusione del contagio impedendo l’accesso a tutti coloro che sono stati in Lombardia o in Veneto dal 20 febbraio in poi. Ma l’ordinanza non ha alcun senso: il periodo di incubazione di Covid-19 è di circa 14 giorni e non tutte le due regioni sono “infette” ma solo alcuni comuni ben precisi sono stati sottoposti a quarantena

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Malvito è un piccolo paese di 1.7000 abitanti in provincia di Cosenza. Alla luce degli eventi accaduti in Lombardia e in Veneto con la diffusione del contagio da coronavirus Covid-19 il sindaco Pietro Amatuzzo ha emanato ieri un’ordinanza per vietare l’ingresso sul territorio comunale di tutti coloro che «dalla data del 20 febbraio abbiano transitato e/o abbiano sostato» sul territorio della regione Lombardia e della regione Veneto.

Malvito: il comune vietato a chi è stato in Lombardia e Veneto

L’ordinanza è stata pubblicata su Facebook dal consigliere d’opposizione Fausto Amatuzzo  rientrato proprio oggi da un viaggio di lavoro in Lombardia. Nonostante il divieto assoluto il consigliere Amatuzzo pare potrà lo stesso partecipare alle sedute del consiglio comunale e anche fare ritorno in città.

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Il problema però è un altro: ovvero la decisione del tutto arbitraria di stabilire che solo se si è stati in Lombardia o in Veneto (nemmeno in uno dei comuni “epicentro” del focolaio epidemico) a partire dal 20 febbraio si dovrà rispettare il divieto di ingresso in città. Il 21 febbraio è stato confermato il caso del 38enne originario di Codogno (Lodi) positivo al test del coronavirus Covid-19. Il ragionamento dell’amministrazione comunale di Malvito sembra partire dal presupposto che prima di quella data – in Lombardia o in Veneto – non ci fosse alcun pericolo di contagio.

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Ma come è noto il periodo di incubazione del coronavirus è all’incirca di 14 giorni. Quindi non ha alcun senso – a livello di precauzione – stabilire che solo dal 20 febbraio in poi si deve vietare l’ingresso a chiunque sia stato o abbia transitato per le due regioni interessate. Perché in questo modo un eventuale viaggiatore che ci è stato prima di tale data si sentirebbe autorizzato a non preoccuparsi. Invece quello che si dovrebbe fare è di chiedere a coloro che sono stati nei paesi del lodigiano e del padovano dove si sono registrati i casi di infezione di sottoporsi al test e di osservare un periodo di quarantena volontaria, avvisando in caso si presentino sintomi sospetti. C’è poi la beffa: a Malvito non c’è la polizia locale, chi controllerà il rispetto dell’ordinanza?

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