Perché i rimborsi TARI non partono

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-09

 Per sciogliere l’inghippo servirebbe una norma ponte, che permetta di coprire i rimborsi con le risorse del bilancio. Ma nessuno ha fretta

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Il modulo per il rimborso della Tariffa Rifiuti è online, ma a quasi due mesi dall’esplosione del problema, e svariati dibattiti parlamentari dopo, per i rimborsi della Tari illegittima su garage, cantine e altre pertinenze è tutto pronto, spiega oggi Il Sole 24 Ore:

C’è la certificazione del diritto all’indennizzo, scritta nella risoluzione 1/2017 del dipartimento Finanze; ci sono i moduli per le richieste, in carta semplice. E ci sono le dichiarazioni dei sindaci, come Beppe Sala a Milano, che hanno annunciato la possibilità di rimborsi automatici, senza nemmeno imporre agli utenti l’incombenza di chiederli. Mancano solo i rimborsi. E promettono di mancare a lungo. A frenarli ci sono due incognite non proprio di dettaglio.
Non è chiaro come calcolarli, e nemmeno come finanziarli. I due problemi sono legati fra loro dal principio cardine della Tari. Il suo gettito serve a finanziare il costo del servizio; e siccome raccolta e smaltimento dei rifiuti non possono essere coperti con fondi alternativi, gli euro rimborsati ai contribuenti colpiti dai calcoli illegittimi dovrebbero essere chiesti alla generalità degli utenti. Compresi quelli da rimborsare.

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I rimborsi TARI (Il Sole 24 Ore, 9 dicembre 2017)

I rimborsi, che da istruzioni ministeriali possono guardare indietro fino al 2014 (nel 2013 c’era la Tares, che pure funzionava allo stesso modo), potrebbero quindi pesare fino a 48 milioni. Per sciogliere l’inghippo servirebbe una norma ponte, che permetta di coprire i rimborsi con le risorse del bilancio. Ma nessuno ha fretta.

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