Perché i minibot sono una patrimoniale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-12

Dando alle imprese dei minibot di un valore nominale uguale a quello dei crediti che loro vantano nei confronti della Pa si impone una pesante svalutazione dei loro patrimoni. Quanto pesante?

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C’è davvero bisogno dei minibot per risolvere il problema dei pagamenti ai fornitori della Pubblica Amministrazione? E cosa accadrebbe alle imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione se vedessero questi crediti convertiti in minibot? A farsi qualche domanda (e a darsi marzullianamente qualche risposta) è oggi su Repubblica Tito Boeri, ex presidente dell’INPS inviso a Salvini come a Renzi:

Pensate di volere investire 100 euro in titoli di Stato. Vi farete convincere a comprare un minibot anziché uno dei titoli oggi in circolazione solo se vi costasse molto meno della somma che lo Stato si impegna a pagarvi non si sa quando. Ad esempio, potreste decidere di comprarli se con 100 euro versati oggi ottenete un minibot che certifica l’impegno dello Stato a darvi 200 euro a data imprecisata. In altre parole, li acquistereste solo con uno sconto del 50 per cento sul valore nominale del titolo.

Dando alle imprese dei minibot di un valore nominale uguale a quello dei crediti che loro vantano nei confronti della Pa si impone così una pesante svalutazione dei loro patrimoni. Quanto pesante? Per saperlo bisognerebbe mettere all’asta i minibot, ma è probabile che non ci discosteremmo di molto dall’esempio di cui sopra. Le imprese che hanno ricevuto i minibot proveranno a venderli a persone come voi che, come si è detto, saranno disposte ad acquistarli solo a un prezzo notevolmente più basso del loro valore nominale.

minibot debiti pubblica amministrazione
I debiti della Pubblica Amministrazione (Correre della Sera, 8 giugno 2019)

La vera ragione per cui si procede gradualmente in questa operazione, sostiene Boeri, è che farebbe aumentare immediatamente il debito pubblico:

Il debito commerciale della Pa verso le imprese viene, infatti, contabilizzato come debito pubblico solo quando viene saldato, come il debito implicito del sistema pensionistico, che emerge solo quando si pagano le pensioni. La cosiddetta “quota 100”, anche per soli tre anni, farà aumentare il nostro debito pubblico di più di quanto sarebbe necessario per risolvere il problema dei pagamenti della Pa alle imprese. Se invece di introdurre nuove disparità di trattamento a favore di persone che avranno pensioni molto più alte della media, si fosse optato per accelerare i pagamenti pubblici ai fornitori, avremmo varato una manovra espansiva in grado di migliorare il rapporto fra cittadini ed erario.

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