Perché la Lega ha messo il veto su Riccardo Fraccaro (M5S)

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-03-24

Luigi Di Maio ha confermato oggi all’assemblea dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle che sul conto di Riccardo Fraccaro, suo candidato preferito per la presidenza della Camera, è stato posto un veto da parte del centrodestra. Per questo, dopo il ritiro di Fraccaro, è arrivato l’ok sul nome di Roberto Fico. Ma perché il centrodestra …

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Luigi Di Maio ha confermato oggi all’assemblea dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle che sul conto di Riccardo Fraccaro, suo candidato preferito per la presidenza della Camera, è stato posto un veto da parte del centrodestra. Per questo, dopo il ritiro di Fraccaro, è arrivato l’ok sul nome di Roberto Fico. Ma perché il centrodestra non ha apprezzato il nome di Fraccaro?

Il motivo dovrebbe essere questo intervento in Aula del 2013, quando Riccardo Fraccaro chiamò ripetutamente ladri i colleghi deputati scatenando le proteste dell’aula e, successivamente, la sospensione della seduta. Infatti, nel corso del dibattito sul finanziamento pubblico, Fraccaro disse: “Voi vi arroccate nel bunker per tenervi stretto il malloppo e noi continueremo ad opporci e a chiamarvi ladri”. In una dichiarazione successiva rincarò: “Chi si appropria indebitamente di beni altrui usando sotterfugi o raggiri è un ladro, è quello che è successo negli ultimi anni: usare il sistema dei rimborsi elettorali per intascarsi i soldi degli italiani”. I deputati protestarono urlando “Fuori! Fuori!” all’indirizzo del deputato grillino. Dopo la sospensione, Fraccaro pubblicò un messaggio su Facebook (“Mi sono limitato a smontare pezzo per pezzo un provvedimento farlocco come quello sul finanziamento pubblico ai partiti”) mentre Marina Sereni, vice presidente della Camera e presidente di turno al momento della sospensione dell’Aula, spiegò: “La riunione della Conferenza dei capigruppo si è conclusa opportunamente avvertendo tutti i gruppi, e il M5S in particolare dopo gli episodi di questa mattina, che non saranno tollerate in aula ingiurie nei confronti del Parlamento e dei parlamentari”.

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