Economia
Perché i prestiti COVID-19 non arrivano alle imprese
neXtQuotidiano 04/06/2020
Monte dei Paschi, controllata dallo Stato, ha ricevuto 10.305 domande, più altre 2580 per la rinegoziazione di prestiti già garantiti dai Confidi o da altri fondi di garanzia. Ne sono state ammesse 39 per la prima tipologia e nessuna per la seconda
La Stampa in un articolo a firma di Gianluca Paolucci oggi spiega cosa succede ai prestiti COVID-19 alle imprese e perché l’erogazione è così difficile. Un documento di sintesi dei risultati del questionario di dieci domande inviato dalla Commissione a tutte le banche operanti in Italia (148), redatto dalla Guardia di finanza e che La Stampa ha potuto visionare fornisce anche il dettaglio dei principali istituti. Ed è qui che la preoccupazione espressa da molti imprenditori e consulenti aziendali sull’efficacia delle misure prende corpo. I dati sono relativi ai prestiti garantiti attraverso il Fondo di garanzia per le Pmi (articolo 49 del decreto Cura Italia e articolo 13 del Dl Liquidità) e riguarda le imprese fino a 499 dipendenti.
Monte dei Paschi, controllata dallo Stato, ha ricevuto 10.305 domande, più altre 2580 per la rinegoziazione di prestiti già garantiti dai Confidi o da altri fondi di garanzia. Ne sono state ammesse 39 per la prima tipologia e nessuna per la seconda. Unicredit ha ricevuto 6520 domande, più altre 1811 per la rinegoziazione di prestiti già garantiti. Per i prestiti del primo tipo ne sono state accolte 2929, ma erogate 504. Per le pratiche del secondo tipo, quelle accolte sono 535 ed erogate 29. A Intesa Sanpaolo, secondo le risposte fornite alla Commissione parlamentare, sono arrivate 4446 domande, più altre 653 per la rinegoziazione. Quelle erogate o già deliberate ma non ancora erogate sono 1444 per il primo tipo e 96 per la seconda categoria. Ubi Banca fornisce solo il dato complessivo: 1325 domande ricevute, 96 quelle accolte e appena 20 erogate.
Monte dei Paschi, controllata dallo Stato, ha ricevuto 10.305 domande, più altre 2580 per la rinegoziazione di prestiti già garantiti dai Confidi o da altri fondi di garanzia. Ne sono state ammesse 39 per la prima tipologia e nessuna per la seconda.
Unicredit ha ricevuto 6520 domande, più altre 1811 per la rinegoziazione di prestiti già garantiti. Per i prestiti del primo tipo ne sono state accolte 2929, ma erogate 504. Per le pratiche del secondo tipo, quelle accolte sono 535 ed erogate 29. A Intesa Sanpaolo, secondo le risposte fornite alla Commissione parlamentare, sono arrivate 4446 domande, più altre 653 per la rinegoziazione. Quelle erogate o già deliberate ma non ancora erogate sono 1444 per il primo tipo e 96 per la seconda categoria. Ubi Banca fornisce solo il dato complessivo: 1325 domande ricevute, 96 quelle accolte e appena 20 erogate.
Banco Bpm è anche l’unico istituto che ha chiarito i tempi: l’iter di delibera ha richiesto in media 6,1 giorni in aprile e 3,1 in maggio, mentre i tempi dalla delibera all’erogazione sono scesi da 8,4 giorni in media a 5,4 giorni. Fanalino di coda Iccrea: a fronte di 32.226 domande presentate dai clienti, ha erogato 17 milioni in totale per 820 pratiche. Abi, interpellata, non ha voluto rilasciare commenti. Ieri la task force sulle misure di liquidità formata da Mef, Mise, Bankitalia, Abi, Mcc e Sace ha indicato in 2,4 milioni le domande di moratoria e in 480 mila le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti, senza fornire dettagli su quante di queste sono state effettivamente erogate.