Pensioni, per quota 100 mancano le regole

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-25

I fondi sono stati stanziati ma ancora non si conoscono le norme e quindi la platea dei beneficiati. Il varo programmato per l’aprile 2019

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Per le pensioni e per quota 100 mancano ancora le regole. L’ultima bozza della Legge di Bilancio si limita a istituire un Fondo da 6,7 miliardi per il 2019 e 7 miliardi dal 2020. L’attuazione della riforma è invece rinviata ad «appositi provvedimenti». Se quindi la riforma non verrà inserita nella legge di Bilancio che il governo presenterà nei prossimi giorni, potrebbe arrivare con emendamenti durante l’esame parlamentare della stessa legge o con un decreto legge. Spiega oggi il Corriere:

Il Fondo serve per «l’introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato» e allo stesso tempo, si legge nella bozza, a finanziare «misure per incentivare l’assunzione di giovani». Solo che i 6,7 miliardi stanziati per il 2019 non sembrano sufficienti neppure a garantire la sola «quota 100» e quindi gli incentivi potrebbero saltare.

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Quota 100, il costo dell’uscita anticipata (Il Sole 24 re, 22 ottobre 2018)

La nuova forma di prepensionamento, secondo quanto annunciato da Lega e 5 Stelle, prevede che dal prossimo anno possa lasciare il lavoro chi raggiunge 62 anni, a patto che abbia 38 anni di contributi. Si tratta di una scelta volontaria che interessa una platea di 380mila lavoratori, dei quali circa 150 mila sono dipendenti pubblici.

Si potrà accedere a «quota 100» attraverso 4 finestre trimestrali. Le prime pensioni anticipate dovrebbero quindi essere pagate ad aprile 2019. Chi uscirà con «quota 100» avrà un assegno più basso, per via degli anni in meno di contributi, e non potrà cumulare con redditi da lavoro.

Con l’articolato che disciplinerà la parte previdenziale della manovra dovrebbe arrivare anche il blocco dell’aumento di 5 mesi dei requisiti, ma solo sulle pensioni anticipate mentre l’incremento resterà sulle pensioni di vecchiaia.

Leggi sull’argomento: Facciamo come il Mississippi: il reddito di cittadinanza con l’APP

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