Pensioni, quota 100 con divieto di lavoro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-08

Lasciando fermi i 38, si arriva anche a quota 104. La soluzione porterà in pensione circa 370mila lavoratori, che per il 40% sono dipendenti pubblici

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La Lega e il MoVimento 5 Stelle sono ancora divisi sulle misure che riguardano quota 100, ovvero il metodo per il superamento della Riforma Fornero: i puristi vorrebbero consentire l’uscita ogni volta che la somma tra età e contributi fa cento. Una soluzione troppo costosa per i 7 miliardi a disposizione. Ecco che allora si guarda a due minimi: 62 anni di età e 38 di versamenti. Ma a quel punto, lasciando fermi i 38, si arriva anche a quota 104. La soluzione porterà in pensione circa 370mila lavoratori, che per il 40% sono dipendenti pubblici.

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L’ipotesi di riforma (Corriere della Sera, primo ottobre 2018)

Ad oggi non è quindi prevista l’uscita con le altre combinazioni, come 63+37, 64+36, 65+35. Di qui l’idea di bloccare il requisito contributivo a 38 anni: quota 100 si avrebbe solo a 62 anni. Poi quote diverse, fino a 104. Chi andrà in pensione così non potrà però cumulare l’assegno con i proventi di altre attività. In più, il leader della Lega ha promesso “quota 41” sin dalla campagna elettorale. E l’ha infilata nel contratto di governo firmato da M5S. Sebbene non sia citata dal Def, la possibilità di andare in pensione ad ogni età con il requisito dei 41 anni di contributi non solo resta in piedi, ma ha concrete possibilità di finire in legge di bilancio. La “lobby” degli interessati – ex esodati, donne, lavoratori precoci e gravosi – pressa molto Salvini. Quasi convinto dal loro numero, tutto sommato non esorbitante: 30-40 mila.

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Pensioni, spesa e trattamenti (Il Messaggero, 13 settembre 2018)

In base alla legge Fornero, nel 2019 si andrà in pensione di vecchiaia a 67 anni e di anzianità con 43 anni e 3 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Cinque mesi in più, in entrambi i casi, rispetto a oggi. L’idea è di lasciare i requisiti fermi. E di consentire l’uscita a 66 anni e 7 mesi oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi. Bloccare l’adeguamento alla speranza di vita costa però 3 miliardi. Idea accantonata.

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