Pensioni, come cambia quota 100

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-06

Lega e M5S si rimangiano pian piano la proposta che doveva superare la legge Fornero. Ecco i dettagli

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Nel contratto del governo del cambiamento tra Lega e MoVimento 5 Stelle la proposta di quota 100 serviva a garantire il superamento della Legge Fornero con un nuovo meccanismo per il pensionamento: bastava avere 62 anni e 38 di contributi (la somma di età e contribuzione faceva appunto 100) per andare in pensione. Una proposta dal costo-monstre di 14 miliardi di euro per 750mila aventi diritto. Una proposta che però sembra incompatibile con il nuovo corso della Lega, che improvvisamente ha cominciato a dire che bisogna rispettare i vincoli europei. E infatti, già prima che Salvini venisse fulminato sulla via di Bruxelles, erano già spuntate una serie di proposte di modifica per alleggerire l’impianto complessivo di quota 100 e i suoi costi: la prima era il limite di età a 64 anni e 41 anni di contributi, che avrebbe portato a restringere la platea a 600mila persone e 11,5 miliardi di spesa complessiva. Una seconda ipotesi invece prevede lo stesso limite ma con solgia di contributi a 43 anni e 5 mesi, proposta che dimezzava i costi e la platea.

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Pensioni, costi di quota 100 (La Repubblica, 6 settembre 2018)

Ora se ne affianca una terza che, secondo Repubblica, è l’unica parzialmente compatibile con una manovra complessiva di 10-12 miliardi (senza Iva): quella che introduce almeno altri due paletti: i contributi per calcolare quota 100 non possono tenere conto di più di 2 anni di versamenti figurativi (malattia, disoccupazione, ecc.) e inoltre chi va in pensione in anticipo deve sottostare al penalizzante ricalcolo della pensione con il metodo contributivo. Qui i costi sarebbero di 3 miliardi (con 220 mila uscite), a meno che non si arrivi — come pure è stato ipotizzato — a sopprimere anche i finanziamenti per l’Ape sociale che di fatto consente alle categorie disagiate di lasciare il lavoro a quota 93. In questo caso il cerchio si chiuderebbe: paradossalmente l’accesso alla pensione verrebbe reso ancora più difficile nel 2019 per almeno i 50 mila lavoratori che potrebbero beneficiarne.

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