Pensioni, ipotesi 36 anni di contributi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-23

Le declinazioni di quota 100 allo studio dei tecnici del Tesoro. Si cerca una mediazione per i contributi

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Sembra essere in dirittura d’arrivo l’accordo nella maggioranza di governo sulle pensioni per quota 100, il meccanismo che dovrebbe superare la Legge Fornero. Ma non ci sarà l’uscita a 62 anni auspicata da Matteo Salvini qualche giorno fa perché per adesso i tecnici del Tesoro ragionano attorno all’ipotesi di 37 anni di contributi, per portarla probabilmente a quota 36. Con 36 anni di contributi l’età minima dovrebbe quindi lievitare da 62 a 64 anni.

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Pensione di vecchiaia nel sistema misto: l’età richiesta (Corriere della Sera, 23 settembre 2018)

Il Corriere della Sera spiega oggi che l’esecutivo sta studiando anche la possibilità di ridurre gli anni di contributi necessari ad andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica. Nel 2019 i contributi previsti per uscire dal lavoro a qualsiasi età saliranno, secondo le norme attuali, a 43 anni e 3 mesi (42 anni e 3 mesi per le donne). Il governo vorrebbe ridurli anche se appare difficile fissarli a 41 anni e mezzo come ipotizzato in principio. Applicando la formula dei 64 anni di età e 36 anni di contributi il costo aggiuntivo per le casse dello Stato sarebbe di circa 7,5 miliardi di euro. Per contenere i costi —anche per non incorrere nei paletti della Commissione europea e per non innescare una reazione negativa dei mercati sulla tenuta e sulla sostenibilità del debito pubblico — si sta ragionando su diverse ipotesi.

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L’ipotesi di quota 100 e le varie combinazioni

Tra queste il ricalcolo contributivo (sui versamenti dal 1996 in poi) per chi va in pensione con «quota 100». Significherebbe prendere un assegno più basso (nell’ordine del 10-15%). Un’altra idea sarebbe quella di consentire non più di due anni di contributi figurativi agganciando «quota 100» agli scatti biennali dell’aspettativa di vita. Oppure ancora, e sarebbe la soluzione più restrittiva,limitare«quota 100» solo ad alcune categorie di lavoratori svantaggiati, sulla falsariga di quello che è avvenuto per l’Ape sociale (l’anticipo previdenziale), di cui possono beneficiare a 63 anni e 30 di contributi chi è rimasto senza lavoro, gli invalidi o i lavoratori con disabili a carico.

Leggi sull’argomento: Il metodo Rocco

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