Una «pensione» per i giovani precari

di Lorelei

Pubblicato il 2017-02-26

Una specie di “pensione” che sia di garanzia tra un lavoro saltuario e l’altro per i giovani precari che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 e hanno il sistema di calcolo contributivo. Questa è la proposta depositata alla Camera tre anni fa da Gnecchi e Damiano del Partito Democratico e a cui oggi starebbe …

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Una specie di “pensione” che sia di garanzia tra un lavoro saltuario e l’altro per i giovani precari che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 e hanno il sistema di calcolo contributivo. Questa è la proposta depositata alla Camera tre anni fa da Gnecchi e Damiano del Partito Democratico e a cui oggi starebbe guardando il governo in vista dell’incontro con i sindacati fissato per il 23 marzo. Si parla di una pensione di base paria 442 euro finanziata dalla fiscalità generale, ma da richiedere soltanto se si hanno 14 anni di contributi versati. I 442 euro andranno sommati a quelli maturati dal contribuente e questo porterebbe ad avere una pensione pari almeno al 60% dell’ultimo stipendio.
pensioni per i giovani precari
Condizione ora non scontata, visto che lo stesso presidente dell’Inps Tito Boeri avvertiva, poco più di un anno fa, del rischio per i trentenni di oggi di andare in pensione a 75 anni e con un assegno più basso del 25% in media. «Ogni contributo versato deve essere valorizzato, questo il messaggio che vogliamo mandare ai giovani», spiega Marialuisa Gnecchi. La proposta comprende anche l’aliquota contributiva unica per tutti al 28%, versata per due terzi dal datore di lavoro e un terzo dal lavoratore.
Questo si traduce in meno contributi per i dipendenti, oggi al 33%, e dunque pensioni future assottigliate, sebbene compensate dai 442 euro di base. Ma anche un implicito taglio del cuneo fiscale, dunque un minor costo del lavoro e buste paga più pesanti. Mentre i lavoratori autonomi e gli iscritti alla gestione separata – che oggi versano rispettivamente il 24% e il 25,75% – sarebbero chiamati a uno sforzo extra, in cambio di un futuro più dignitoso. (La Repubblica, 26 febbraio 2017)

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