Nel PD c’è chi vuole votare il Decreto Dignità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-11

Spuntano alti strateghi che vogliono rimarcare le differenze tra Lega e M5S facendo passare il provvedimento di Di Maio. Un cambio di linea politica? E perché non se ne è discusso il 7 luglio?

article-post

Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera racconta oggi di un interessantissimo (!) dibattito interno nel Partito Democratico riguardo il Decreto Dignità di Luigi Di Maio, approvato dal consiglio dei ministri ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale perché mancano le coperture e la conseguente bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato. In prima linea ci sono Orlando ed Emiliano, più defilato Martina:

Andrea Orlando ritiene che il Pd dovrebbe appoggiare la stretta sui contratti a termine e la parte sulle causali. È convinto nel merito, l’ex Guardasigilli, e corre da questa sua posizione con un ragionamento politico: «Noi — spiega — dobbiamo fare da sponda ai grillini quando fanno cose di sinistra, perché dobbiamo puntare a staccarli dalla Lega. E questo decreto incide negativamente sulla base sociale del Carroccio, perciò per quale motivo dovremmo cavargli le castagne dal fuoco dicendogli solo dei “no”?».

Anche nell’area che fa capo al governatore della Puglia Michele Emiliano si registrano segnali che vanno in questa direzione. Osserva Francesco Boccia: «Ci sono parti di questo decreto che non si possono non votare. Certo poi ci vorrà una norma transitoria che riguardi la stretta sui contratti a termine. Noi invece di opporci al provvedimento dovremmo proporre questa norma transitoria e favorire l’accordo tra il governo, la Confindustria e i sindacati».

maurizio martina dylan dog 1
Da: Twitter

I renziani, fa sapere il Corriere, sono in disaccordo con questa scelta mentre per Franceschini il PD deve assolutamente dialogare con il M5S. Ma soprattutto, dice Orlando, il vento sta cambiando (cit.):

E Orlando rivela:«Ormai quando vai alle assemblee di partito e dici che bisogna confrontarsi con i 5 Stelle scattano gli applausi. Prima i nostri erano contrari, ora anche i renziani battono le mani». Resta da capire perché questa discussione non sia stata fatta il 7 luglio, all’Assemblea nazionale, ma è uno dei tanti misteri del Pd…

Già, un vero e proprio mistero. D’altronde siamo davanti a un Partito talmente Democratico che non ha il coraggio di parlare. Non solo su questo.

Leggi sull’argomento: Il Decreto Dignità si è perso

Potrebbe interessarti anche