I pastori sardi e il mercato del latte versato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-11

Il surplus di produzione del pecorino – meno richiesto dai mercati- ha rallentato la richiesta di latte abbattendone il prezzo. La situazione rischia di provocare ricadute nel resto d’Italia

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La protesta del latte versato non si ferma e i pastori sardi minacciano di bloccare le elezioni in programma per il prossimo 24 febbraio in Sardegna: la protesta nasce dall’irrisorio prezzo pagato dai caseifici che producono il pecorino romano: 0,60 centesimi al litro, una cifra inferiore ai costi di produzione secondo i pastori. «Il prezzo giusto – secondo Elisabetta Falchi, vice presidente nazionale di Confagricoltura – dovrebbe essere di 1 euro, ma gli industriali fanno cartello».

Principalmente nelle province di Sassari e Nuoro si produce il 97% del pecorino romano con il latte di circa 2.700.000 pecore. Il surplus di produzione del pecorino – meno richiesto dai mercati- ha rallentato la richiesta di latte abbattendone il prezzo. La situazione rischia di provocare ricadute nel resto d’Italia. In particolare nel Lazio dove con il latte di circa 800 mila capi in 3 mila allevamenti, vengono prodotti pecorini, le caciotte stagionate di Amatrice, formaggi e ricotte della provincia di Frosinone.

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Il mercato del latte di pecora e i pastori sardi (Il Messaggero, 11 febbraio 2019)

Nel viterbese e nella Ciociaria il prezzo è ancora intorno ai 75-80 centesimi al litro (la metà comunque di 15 anni fa) ma è concreta la minaccia di alcuni caseifici di acquistare la materia prima in Sardegna visto il basso costo.  oggi saranno denunciati per danneggiamento e violenza privata cinque persone – tre disoccupati di Ortacesus e due allevatori di Senorbì – per aver costretto sabato un autotrasportatore a versare in strada ben 11 mila litri di latte.

Leggi sull’argomento: Latte versato: perché i pastori sardi protestano

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