Come hanno intenzione di muoversi i partiti per la nuova legge elettorale?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-31

Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, la nuova sfida del Parlamento – uscito ancor più diviso dalla corsa al Quirinale – è la riforma della legge elettorale

article-post

Di certo c’è solo la volontà condivisa di modificare il Rosatellum, ma quale sia la nuova legge elettorale che i partiti hanno in mente non è dato sapersi. Anche perché gli strascichi dell’elezione del Presidente della Repubblica potrebbero interessare le coalizioni che fino a una settimana fa venivano date per assodate, e generarne di nuove con nuovi interessi e strategie elettorali. Come quella del “Grande Centro”, un’idea sempre più concreta nata da un incontro tra Toti, Tajani, Cesa, De Poli e Lupi. Una formazione da contrapporre al nuovo centrodestra aperto al civismo che Salvini punta a creare per ricucire i rapporti con Meloni dopo lo “strappo” sul bis di Mattarella. Forza Italia tramite Tajani si dice contraria al proporzionale (“Non è detto che il proporzionale garantisca la stabilità, dipende dalla volontà delle forze politiche”), così come sostenuto da Fratelli d’Italia (“ci opporremo al pantano”). Ai partiti centristi però farebbe comodo, così da poter essere liberi di appoggiarsi a sinistra oppure a destra per completare la maggioranza. Dal Partito democratico Enrico Letta spiega: “La politica ha un anno per autodeterminarsi” e spinge per “una legge che impedisca i cambi casacca, una delle cose che rende più lontana la politica”. Renzi non è certo che il proporzionale sia la soluzione migliore.

Come hanno intenzione di muoversi i partiti per la nuova legge elettorale?

“Una legge elettorale proporzionale, in questo quadro politico, non sarebbe una buona idea, perché il proporzionale si affida alla possibilità e alla capacità di coalizione e di accordo tra le forze politiche. E in un sistema frammentato dei partiti come quello attuale il proporzionale non funziona. Si rischia la paralisi”. Così all’AdnKronos il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. “Dal momento che la situazione attuale dei partiti è questa – osserva – com’è stato evidenziato dall’elezione del Capo dello Stato, credo che il proporzionale sia il modo peggiore per uscire dalla crisi. Se non si rafforzano le istituzioni di guida, e quindi il governo, se non si segue un sistema o maggioritario o misto, e comunque con una valenza maggioritaria significativa, credo che non si uscirà dalla palude”.

Potrebbe interessarti anche