Opinioni

Paola Muraro e l'AMA che vuole regalarle 20mila euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-14

“Ho ricevuto una lettera, firmata dal presidente Bagnacani, in cui mi si vuole riconoscere un compenso per un periodo, da gennaio ad aprile 2016, di circa 20mila euro, per un lavoro che non ho mai fatto”. Lo ha detto Paola Muraro, ex assessore all’Ambiente di Roma della giunta Raggi, a margine dell’audizione presso la commissione […]

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“Ho ricevuto una lettera, firmata dal presidente Bagnacani, in cui mi si vuole riconoscere un compenso per un periodo, da gennaio ad aprile 2016, di circa 20mila euro, per un lavoro che non ho mai fatto”. Lo ha detto Paola Muraro, ex assessore all’Ambiente di Roma della giunta Raggi, a margine dell’audizione presso la commissione parlamentare ecomafie interpellata sui dettagli di quanto illustrato nel corso del suo intervento a Palazzo San Macuto. “Siamo davanti a un’azienda che vuole pagarmi quando io non sono minimamente entrata negli impianti, e questo è grave – ha spiegato Muraro nel corso dell’audizione -. Penso di essere la prima a cui l’azienda vuole riconoscere un lauto compenso non avendo lavorato e non avendo messo piede negli impianti. Quando un’azienda per mascherare le sue inadempienze vuole riconoscere un compenso maggiore, è assurdo. Non prenderò mai un euro in più, ma questa è una lettera a firma del presidente Bagnacani che deposito, insieme al mio ultimo interrogatorio alla presenza del Noe”. Secondo Muraro l’obiettivo è “sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda nel 2015” in base alle quale “si poteva diffidare l’azienda” ed “evitare l’emergenza del 2016”.
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“Ci sono fatti nuovi che evidenziano che già nel 2015 la Dda, all’interno di un altro procedimento che riguardava la gara dei rifiuti tessili di Ama, aveva ritrovato tra le telefonate di due dirigenti intercettati, che già si intravedeva l’emergenza sulla mancata manutenzione, che io ho sempre manifestato nelle mail ai dirigenti – ha illustrato Muraro nell’audizione -. Le intercettazioni del settembre 2015 evidenziano che il sistema Ama era già in emergenza. C’è da chiedersi perché nessuno è intervenuto. Io sono nominata assessore a luglio 2016 quando gli impianti sono ormai strapieni, con una manutenzione che era impossibile fare perché si era perso tempo da metà 2015. Ho ritrovato all’interno del mio procedimento che l’autorità, in questo caso la polizia della squadra mobile, individua il mio ruolo di attivazione nei confronti dei dirigenti ed espone anche le difficoltà di Ama, individuando gli aspetti critici che comunica al magistrato. Però nessuno è intervenuto in questa fase qui, abbiamo pagato tutti e soprattutto i cittadini romani che si ritrovano l’anno dopo a dover affrontare un’emergenza. Mi sono triovata con un’emergenza conclamata l’anno prima, dove tra l’altro vogliono inserirmi quando non ero più consulente di Ama”.
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L’ex assessore ha poi proseguito, dicendo: “Vi sembra normale che un’azienda pubblica voglia far decorrere il mio contratto mesi prima, quando io non ho lavorato e non sono andata in un impianto? Vi sembra normale che un’azienda pubblica faccia una lettera, una nota in questi giorni, in cui si dice che io devo adeguare la mia parcella da gennaio ad aprile, quando io da gennaio ad aprile non sono mai andata in impianto? Questo per sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda. Questo è importante, perché gli strumenti per evitare certe emergenze ci sono. Quando la polizia giudiziaria scrive ripetutamente che ci sono emergenze, che ci sono criticità, si poteva diffidare l’azienda per fare le cose. A questo punto si poteva benissimo evitare l’emergenza del 2016. Perchè non si è fatto? Non sta a me rispondere, ma voi sapete che nell’emergenza qualcuno ci guadagna sempre. Questo è il fatto provato, che io ho ritrovato dentro gli atti”. C’è tempo anche per una battuta su Roma: come sta lavorando la giunta Raggi in materia di rifiuti? “Lo si vede tra le strade di Roma, non dico altro”.

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