Paola De Micheli: la ministra giallorossa e la (presunta?) condanna del 2003

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-05

Condannata nel 2003 alla pena di duemila euro di multa in qualità di presidente e amministratore delegato della cooperativa Agridoro per violazione della normativa igienica sulla produzione e sulla vendita di sostanze alimentari

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Nel suo Messaggio alla Nazione Grillina su Facebook prima del voto su Rousseau Luigi Di Maio aveva ribadito uno dei principi cardine del MoVimento 5 Stelle: “Niente condannati e niente indagati per reati gravi nel governo”. Si tratta dello stesso principio utilizzato per fare fuori i due gemelli del goal genovesi Siri e Rixi all’epoca dell’esecutivo con la Lega.

La condanna ricevuta da Paola De Micheli, ministra del governo giallorosso

Paola De Micheli, ministra delle infrastrutture e dei trasporti del Conte Bis, è stata condannata nel 2003 alla pena di duemila euro di multa in qualità di presidente e amministratore delegato della cooperativa Agridoro. La De Micheli presiedeva all’epoca la cooperativa di trasformazione del pomodoro in sugheri dall’ottobre del 1998: proprio nell’anno in cui ricevette la condanna il tribunale ne decretò la liquidazione coatta amministrativa. Racconta un’interrogazione parlamentare che risale al 2011:

Il tribunale di Piacenza, in data 3 dicembre 2003, ha condannato il presidente pro tempore signorina Paola De Micheli alla pena di 2.000 euro per il reato di cui all’articolo 5, lettera b) e d) e all’articolo 6, della legge 30 aprile 1962, n. 283; la citata legge interviene sulla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.

In particolare, il decreto di condanna nei confronti del presidente pro tempore fa riferimento all’avvenuta distribuzione sul mercato di merci alimentari in cattivo stato di conservazione, nonché insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione; il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2002 e approvato il 30 aprile 2003 ha evidenziato uno stato patrimoniale attivo della società pari a -801.576 mila euro, in particolare segnando un negativo alle voci relative ai crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti e verso i clienti; la pesante crisi finanziaria che ha costretto la cooperativa a sospendere ogni attività industriale sarebbe, fra l’altro, scaturita dalla scelta dell’azienda di attuare, nonostante i negativi andamenti, notevoli investimenti e da due campagne di scarsa produzione di pomodoro

Naturalmente si tratta di una questione di lana caprina e la De Micheli, già insultata qualche tempo fa da Libero, non dovrebbe essere in discussione. Dovrebbero esserlo, invece, le regole ridicole del MoVimento 5 Stelle.

EDIT 8 settembre 2019: Il titolo è stato cambiato perché una delle fonti che riportavano la vicenda è stata successivamente modificata. La fonte modificata è Wikipedia e la storia è raccontata oggi dal Fatto:

L’UTENTE Mauro Ferri Pc,prima modifica la voce in “Poco prima che , a causa dello stato di crisi in cui si trovava la cooperativa, ne venisse decretatala liquidazione coatta amministrativa.In qualità di presidente ‘pro tempore’ di tale cooperativa, è stata a ssolta da l Tribunale di Piacenza per una presunta violazione della normativa igienica sulla produzione e sulla vendita di sostanze alimentari”e poi, il giorno dopo, decide di rimuovere completamente la voce. Gli amministratori di Wikipedia la ripristinano poco dopo, facendo notare che c’è bisogno di indicare una motivazione che giustifichi la scelta. A quel punto Mauro Ferri Pc tira fuori la storia dell’a tto dell’avvocato e dell’im precisione. Che però decide di non pubblicare.

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