I Paesi che all’Onu hanno votato contro il cessate il fuoco della Russia in Ucraina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-24

All’Assemblea generale dell’Onu si votava una risoluzione non vincolante per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina: oltre a Russia e Bielorussia, altri tre Paesi hanno votato contro

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L’assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione non vincolante che chiede lo stop “immediato” all’invasione russa dell’Ucraina. Il testo ha ottenuto 140 voti favorevoli, ci sono stati 38 astenuti e cinque contrari. Oltre alla Russia, che ha naturalmente votato contro, e alla Bielorussia, partner attivo dell’operazione di Putin dopo aver lasciato che le truppe di Mosca attraversassero il Paese per invadere l’Ucraina anche da Nord, tra questi ultimi ci sono Siria, Eritrea e Corea del Nord. C’era attesa per la presa di posizione della Cina, che molti ipotizzano potrebbe rivelarsi partner economico oltre che commerciale di Mosca: il paese di Xi Jinping si è astenuto. La risoluzione deplora le “terribili conseguenze umanitarie” provocate dall’invasione russa, “ad un livello che la comunità internazionale non vedeva in Europa da decenni”. Vengono anche deplorati bombardamenti, raid aerei e “l’assedio” di città densamente popolate come Mariupol. Si chiede inoltre accesso totale agli aiuti umanitari.

I Paesi che all’Onu hanno votato contro il cessate il fuoco della Russia in Ucraina

Si tratta di un atto dal valore più che altro simbolico, che nei fatti ha costretto i Paesi membri dell’Onu a scoprire le carte su come la pensano circa il conflitto. “I Paesi importanti non devono adottare un approccio semplicistico di amico o nemico, bianco o nero e non devono costringere nessun Paese a scegliere una parte”, ha dichiarato l’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, intervenendo all’Assemblea Generale sottolineando che “i Paesi in via di sviluppo, che rappresentano la maggioranza nel mondo, non sono parti nel conflitto, non devono essere trascinati nella questione e costretti a soffrire delle conseguenze del conflitto geopolitico e delle rivalità delle potenze maggiori”. Proprio all’Onu si è invece rivolto il presidente del Consiglio Mario Draghi, affermando che l’organismo andrebbe coinvolto visto che “i numeri dei profughi stanno crescendo in maniera impressionante e il dramma umanitario deve essere affrontata a livello non solo europeo ma mondiale”.

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