Pier Carlo Padoan: tre scenari se il governo Lega-M5S cade

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-21

L’ex ministro: in caso di shock finanziario forte ci sono tre alternative sul tavolo alla maggioranza gialloverde. Eccole

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Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia e predecessore di Giovanni Tria, rilascia oggi un’intervista alla Stampa per analizzare e criticare le mosse del governo Lega-M5S su deficit e debito e per disegnare scenari futuri in caso di caduta del governo:

Si può immaginare che il governo, se avesse provato a trattare, avrebbe potuto incassare un risultato?
«Primo: sin dall’inizio il governo italiano ha messo in chiaro che non voleva arrivare ad un risultato concordato, ma voleva forzare la mano. Secondo: il vero problema non era tanto il 2,4 per cento, ma semmai il sentiero che il governo avrebbe dovuto imboccare per l’aggiustamento strutturale. Ma questo obiettivo è stato tolto dal tavolo».

Anche le rivoluzioni possono avere un metodo: riesce a capire quale sia la ratio del governo?
«Io mi chiedo se al di là della voglia di mostrare i muscoli, il governo abbia mai avuto una strategia chiara, a meno che spero non sia così – la strategia fosse chiara dall’inizio: quella dello sfascio. Con diverse varianti, compresa l’uscita dall’euro, un obiettivo richiamato da alcune dichiarazioni. E dunque scommettendo sul fatto che, dopo le elezioni europee, ci possa essere una Commissione europea diversa e perciò regole diverse».

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Gli ultimi BtP Italia (Il Sole 24 Ore, 20 novembre 2018)

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L’ex ministro parla di un “cigno nero” che potrebbe sconquassare la maggioranza e disegna tre scenari possibili in caso di caduta del governo:

Ma tutte le proiezioni escludono una maggioranza sovranista nel prossimo Europarlamento: l’avanguardia italiana rischia di restare sola?
«La scommessa del governo si basa su un’idea sbagliata: che un’Italia sovranista possa trovare alleati tra gli altri sovranisti in Europa. Gli alleati sovranisti perseguono il proprio interesse nazionale che in questo caso non è quello di aiutare l’indisciplina fiscale in Italia».

Ma se la situazione finanziaria dovesse precipitare, quali scenari politici, vede?
«Se ci fosse uno choc finanziario forte, in altre parole un Cigno nero fabbricato in casa e se il governo non ce la facesse, ci sono tre soluzioni, almeno in teoria: una nuova maggioranza, magari modello grossa coalizione; elezioni anticipate; un governo tecnico, che ripeterebbe il quadro del 2011. Con una importante differenza, purtroppo: nel 2011 c’era una crisi generalizzata della zona euro e c’era la volontà generale di evitare guai peggiori. Oggi l’Italia è isolata e quindi la benevolenza è più bassa di allora».

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