Poteva mancare la difesa di Orsini a Berlusconi?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-21

Il sociologo è tornato ad attaccare Zelensky senza mai citare la guerra voluta da Putin

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Una presa di posizione talmente ovvia dall’essere scontata. Dopo le polemiche per l’audio in cui il Presidente di Forza Italia – davanti agli iscritti al suo partito – accusa Zelensky per la guerra in Ucraina, scende in campo anche l’ormai noto sociologo che imperversa da mesi tra le tantissime trasmissioni e talk show di tutte le emittenti. E nel teatro dell’ovvio, ecco che Alessandro Orsini difende Silvio Berlusconi e attacca tutti coloro i quali hanno aspramente criticato le parole carpite all’ex Cavaliere.

Orsini difende Berlusconi

Orsini difende Berlusconi per le sue parole su Zelensky

Perché, di fatto, Silvio Berlusconi ha riportato quello stesso pensiero che Orsini racconta nel corso di ogni sua apparizione televisiva (o social). Per questo motivo la sua difesa appare ovvia e scontata. Il tutto, anche questo è ormai palesemente ovvio, senza mai citare Vladimir Putin. Senza mai ricordare che le truppe partite dai vari confini siano state spedite in Ucraina proprio dal Presidente della Federazione Russa, con quell’invasione – che si è subìto trasformata in guerra – iniziata all’alba dello scorso 24 febbraio.

“Desta una certa impressione vedere il governo Zelensky, un governo collassato che resta in vita grazie ai nostri soldi, alle nostre armi e al nostro addestramento e che, quindi, dipende quasi completamente da noi, intervenire continuamente nella vita politica italiana vergando giudizi sprezzanti sui nostri maggiori leader politici. In teoria dovrebbe avvenire il contrario. Dovrebbero essere i leader politici italiani a chiedere conto a Zelensky e ai suoi ministri del modo in cui hanno guidato il loro Paese e di tutti gli errori che hanno commesso finora: errori e disastri storico-politici che stiamo pagando anche noi italiani. Ma viviamo ormai in un modo capovolto; un mondo in cui l’Italia viene a trovarsi in una condizione di ricattabilità politica da parte del governo di Kiev; un mondo in cui i leader politici italiani hanno paura di ciò che dice di loro il ministro degli Esteri di Kiev, che non troverebbe un posto nemmeno in fondo alla classifica dei primi novecentomila ministri migliori della storia dell’Europa contemporanea. Zelensky mette l’Italia sotto costante giudizio etico-politico, mentre l’Italia vive nel terrore di parlare dell’inanità politica di quest’uomo che, invece di frenare un’invasione che sta radendo al suolo intere città ucraine, ha profuso il massimo impegno per sollecitarla. Nessun sussulto di dignità da parte della nostra classe politica; manco a parlarne. Oggi le offese sono per Berlusconi. Domani potrebbe toccare ai nostri ministri e magari pure al nostro Presidente della Repubblica. Follia allo stato puro”.

Chi critica Berlusconi per quelle parole, dunque, finisce nel girone dell’inferno dantesco – rivisto in chiave moderna – dei folli “allo stato puro”.

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