Oltre il danno, la gogna: tutto quello che di sessista e offensivo c’è nel tapiro di “Striscia” ad Ambra Angiolini

di Lorenzo Tosa

Pubblicato il 2021-10-14

Nei 4 minuti e 28 secondi andati in onda ieri sera a “Striscia la notizia” non c’è nulla che non suoni gratuito, irritante, bullistico, dileggiante, a tratti paternalistico, di un paternalismo impregnato di maschilismo introiettato. Anche dalle donne

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Nei 4 minuti e 28 secondi andati in onda ieri sera a “Striscia la notizia” su Ambra Angiolini e Massimiliano Allegri non c’è nulla che non suoni gratuito, irritante, bullistico, dileggiante, a tratti paternalistico, di un paternalismo impregnato di maschilismo introiettato.

A cominciare dal lancio del servizio in studio di Alessandro Siani. “C’è aria di crisi tra Ambra Angiolini e Max Allegri. Come l’avrà presa la bella showgirl?” Come se fosse scontato che il problema sia suo, della “bella showgirl” (mica una donna), sua la faccia da sbattere davanti alle telecamere, suo il dovere di spiegare, sue – inevitabilmente – l’umiliazione e l’esposizione pubblica, mentre l’uomo se ne sta tranquillo chissà dove, non solo al riparo dal voyeurismo tossico ma quasi celebrato nella sua virile infedeltà: “È recidivo, eh…” e giù risate. E via di battute vagamente omofobe che non facevano ridere in terza elementare (“Non l’avrà tradita con Dybala…”?), contenuti da avanspettacolo, continui riferimenti al suo aspetto fisico (“Ma siora Ambra, è così una bella donna”).
E chissenefrega se davanti a lei Staffelli non ha un’estranea ma chi tutto questo lo ha vissuto sulla sua pelle, con le sue ferite e la sua intimità violata e sbattuta in piazza davanti a milioni di persone.

Lei, la vittima, in evidente imbarazzo, costretta a ridere ad ogni cretinata, a stare al gioco, ad abbozzare, per mettere in salvo dal tritacarne mediatico almeno la faccia, dopo che il corpo è stato ormai inghiottito, digerito e, infine, risputato fuori con un video di lei adolescente mentre canta “T’appartengo”, tanto per rincarare il luogo comune della donna fragile e affranta che non può vivere senza il suo uomo.

Ma, in assoluto, il momento peggiore dei quattro minuti e mezzo di questo spettacolo raccapricciante è Vanessa Incontrada, che per anni ha subìto e denunciato odio, cyberbullismo e body-shaming, che di quelle battaglie è diventata un simbolo e che, di fronte a un’altra donna trattata allo stesso modo, non trova di meglio da fare che ridere in modo sguaiato e salutare Allegri (“mica solo Ambra”, chiarisce). Chissà se se n’è resa conto di essere stata per quattro minuti e mezzo ingranaggio freddo e meccanico di quella macchina di cui era stata vittima, parte di un copione spietato che ride (senza far ridere) delle sofferenze altrui.

Non serve la solidarietà ad Ambra Angiolini, né pacche sulle spalle, non è di questo probabilmente che ha bisogno. Solo di rispetto, come donna e come persona. E di scuse, già che ci siete. Non è mai troppo tardi.

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