Cosa c’è dietro al balletto di Meloni sull’obbligo del POS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-12-06

Si tenta il braccio di ferro con l’Europa, ma solo per cercare di ottenere una modifica degli obiettivi del PNRR. Per questo motivo sembra stia arrivando un passo indietro

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Attualmente è zero, poi è stato annunciato il “30” che nel giro di pochi giorni è arrivato a “60” e a breve si potrebbe tornare al punto di partenza. Nelle ultime ore, oltre al contenzioso dialettico aperto con la Banca d’Italia, nel governo si è aperta la questione dell’obbligo del POS per gli esercenti. E Giorgia Meloni, dopo aver approvato in CdM la Legge di Bilancio, ha annunciato una possibile revisione di quel testo. E la soglia minima potrebbe scendere rispetto alla bozza approvata – che potrà essere modificata in Parlamento -, fino all’azzeramento. Ma cosa vuole realmente la Presidente del Consiglio?

Obbligo POS, cosa c’è dietro la strategia di Giorgia Meloni

Riannodando i fili di questa vicenda – ovviamente politica – appare evidente che dentro Palazzo Chigi non ci sia alcuna intenzione di portare avanti l’iniziativa (inserita nella Legge di Bilancio 2023) della cancellazione dell’obbligo POS. Ma il giro di valzer iniziato nei giorni scorsi nasconde, ma neanche troppo, le vere intenzioni di Giorgia Meloni: utilizzare questa carta (già figlia di un accordo con la Commissione Europea per i fondi legati al raggiungimento degli obiettivi indicati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per chiedere la modifica proprio del PNRR.

Come riporta il quotidiano La Repubblica, dunque, il tema dei pagamenti elettronici è la vittima sacrificale per riaprire le trattative con Bruxelles. Più volte, fin dalle dichiarazioni programmatiche alla Camera e al Senato (tralasciando le promesse da campagna elettorale), Giorgia Meloni ha ribadito un concetto: i fondi europei nati per sopperire alla crisi economico-finanziaria legata alla pandemia Covid-19 devono necessariamente essere rivisti seguendo la chiave della stretta attualità. Attualità che si chiama guerra in Ucraina e tutto il contorno economico che è stato disegnato dal conflitto.

Dunque, l’obbligo POS è solamente un mandato esplorativo per verificare le reazioni dell’Europa e della Commissione UE. Perché, come noto, disattendere un obiettivo già raggiunto con il PNRR – ovvero quello di rendere obbligatoria la presenza dei sistemi di pagamento elettronico negli esercizi commerciali per consentire a tutti i clienti (o fruitori di servizi) di saldare un contro attraverso carta di credito o bancomat – rappresenterebbe la perdita di parte di quei miliardi che la UE ha inviato e invierà all’Italia. Dunque, la situazione è in itinere e da qui deriva il possibile passo indietro annunciato da Meloni sul POS. Il vero obiettivo è la rinegoziazione del PNRR, disattendendo una promessa elettorale.

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