Fact checking
Il nuovo regolamento M5S e il ruolo di Davide Casaleggio nelle espulsioni
Giovanni Drogo 26/09/2016
Non si sa chi l’ha scritto (trasparenza), la base non è stata coinvolta (democrazia diretta) e qualcuno vale più di altri (uno vale uno): così, tra sanzioni e assemblee senza poteri effettivi il Movimento 5 Stelle diventa un partito come tutti gli altri
Con la consueta dose di professionalità e clickbaiting che contraddistingue l’agire del Capo Politico del Movimento 5 Stelle è stato poco fa annunciato che domani, 27 settembre, verranno aperte le votazioni online per ratificare le modifiche al regolamento del Partito. Come ben ricorderanno quelli che hanno seguito la telenovela estiva del nuovo e travagliato regolamento del partito di Beppe Grillo le votazioni sarebbero dovute iniziare a luglio, ma per qualche oscura ragione non sono mai state aperte.
Domani inizierà il voto sulle modifiche al regolamento
Poco fa, alle 15:36 Beppe Grillo ha annunciato su Facebook di avere preso una decisione ufficiale che riguarda tutti (CLICCA QUI). Da domani fino al 26 ottobre gli iscritti certificati abilitati al voto online entro il 1 gennaio 2016 potranno scegliere se approvano le modifiche al “Non Statuto” con il nuovo testo aggiornato, se intendono modificare le modifiche al Regolamento del Movimento 5 Stelle con uno dei due testi proposti e, qualora abbiano detto sì a questa seconda domanda quale dei due testi proposti vogliono che entrino in vigore. Non è attualmente chiaro da chi, quando e in che modo siano state discusse le modifiche a Non Statuto e Regolamento, ma questo poco importa ai fini delle votazioni perché in fondo il Movimento 5 Stelle mica è quel partito che si prefigge l’attuazione della democrazia diretta. Ci sarebbe inoltre da rilevare l’esistenza di due distinte ed omonime associazioni “MoVimento 5 Stelle”, una fondata nel 2009 (quella alla quale sono iscritti gli “iscritti certificati) e una nel 2012 costituita da Beppe Grillo, Enrico Grillo e Enrico Maria Nadasi che è la titolare del simbolo del partito. L’aspetto interessante della vicenda attuale riguarda soprattutto il regolamento riguardante le espulsioni. Regolamento che recenti sentenze dei Tribunali di Napoli e di Roma hanno dichiarato nullo e che pertanto Grillo è stato costretto a riscrivere. Che tutti i partiti siano dotati di un regolamento interno che prevede l’eventualità e le modalità di espulsione di un iscritto è pacifico, ma non è possibile non notare l’assoluta comicità del regolamento del MoVimento.
L’articolo quattro del regolamento con espulsioni prevede infatti che:
4. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle sono passibili di sanzioni disciplinari:
a) per il venire meno dei requisiti di iscrizione stabiliti dal “non statuto”;
b) per violazione dei doveri previsti dall’articolo 1 del presente regolamento;
c) se candidati ad una carica elettiva, anche per:i) violazione delle regole e procedure per la presentazione e selezione delle candidature previste nel link ww.movimento5stelle.it/regolamento/4.html;
ii) promozione, organizzazione o partecipazione a cordate o gruppi riservati di iscritti;
iii) compimento di atti diretti ad alterare il regolare svolgimento delle procedure per la selezione dei candidati;d) se eletti ad una carica elettiva, anche per:
i) violazione degli obblighi assunti all’atto di accettazione della candidatura;
ii) mancata cooperazione e coordinamento con gli altri iscritti, esponenti e portavoce, anche in diverse assemblee elettive, per la realizzazione delle iniziative e dei programmi del MoVimento 5 Stelle, nonché per il perseguimento dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle.
Il punto B dell’articolo regolamento non è una novità in sé perché era già presente nella prima versione, fa però riferimento all’articolo 1 del regolamento (così come lo faceva prima) al quale sono stati aggiunti i punti e) ed f) che stabiliscono che un iscritto abbia l’obbligo
e) di astenersi da comportamenti suscettibili di pregiudicare l’immagine o l’azione politica del MoVimento 5 Stelle o di avvantaggiare altri partiti;
f) di attenersi a lealtà e correttezza nei confronti degli altri iscritti e portavoce.
Di fatto quindi pare che rilasciare un’intervista in dissenso con la linea del Movimento possa costituire, anzi lo sarà di sicuro, una pregiudiziale per l’avvio di un procedimento di espulsione. Siamo qui dalle parti del “contratto” fatto firmare ai candidati romani, quello che prevedeva il pagamento di una penale da 150 mila euro per coloro che danneggiano l’immagine del Movimento. Altra novità è quella riguardante il ruolo del gestore del sito, ovvero la Casaleggio Associati. Nel precedente regolamento il gestore aveva il compito di provvedere alla cancellazione dell’espulso dall’elenco degli iscritti una volta decretata l’espulsione. Ora invece a quanto pare la Casaleggio, ovvero Davide Casaleggio, sembra avere un ruolo più attivo.
In caso di venir meno dei requisiti di iscrizione, il gestore del sito, su segnalazione comunque ricevuta, ne dà contestazione all’interessato con comunicazione a mezzo email, assegnandogli un termine di dieci giorni per la presentazione di eventuali controdeduzioni, dandone comunicazione al collegio dei probiviri, al quale vengono successivamente trasmesse anche le controdeduzioni eventualmente presentate.
Lo Staff che mandava mail “anonime” agli iscritti in odore di espulsione (ricordate la polemica di Pizzarotti al proposito?) ha ora un volto e diviene un organo ufficiale del MoVimento 5 Stelle, ovvero quello preposto a comunicare le contestazioni d’espulsione agli iscritti. Ricordiamo che nel “vecchio” regolamento questo compito spettava nientemeno che al Capo Politico del Movimento, ovvero a Beppe Grillo.
Il ruolo della Casaleggio è importante anche per quanto riguarda le sanzioni disciplinari che non prevedono l’espulsione. Non è molto chiaro però chi abbia il compito di fare la segnalazione, gli iscritti o il famoso algoritmo blockchain che doveva rendere automatici tutti i procedimenti disciplinari. Ad ogni modo è evidente che è il gestore del sito a valutare la fondatezza delle segnalazioni. Non male per un semplice tecnico informatico.
Negli altri casi nei quali è applicabile una sanzione disciplinare, il gestore del sito, su segnalazione comunque ricevuta che non risulti manifestamente infondata, ne dà contestazione all’interessato con comunicazione a mezzo e-mail, assegnandogli un termine di dieci giorni per la presentazione di eventuali controdeduzioni, dandone comunicazione al collegio dei probiviri, al quale vengono successivamente trasmesse anche le controdeduzioni eventualmente presentate.
C’è anche una norma che detta i tempi entro i quali si deve svolgere il procedimento: la procedura deve avviarsi entro un anno dalla commissione del fatto o dalla sua scoperta e si deve concludere entro 180 giorni dall’invio della contestazione (sempre che l’iscritto non abbia problemi nella lettura delle mail).
Il procedimento disciplinare non può essere avviato decorso un anno dalla commissione del fatto o dalla sua scoperta, e deve concludersi entro 180 giorni dall’invio della contestazione all’interessato.
Il presente regolamento ha valore retroattivo, ovvero si applica a procedimenti tutt’ora in corso, il che significa – ad esempio – che per decidere del destino di Federico Pizzarotti resta poco più di un mese (il 30 agosto sono trascorsi 100 giorni dall’invio delle controdeduzioni del Sindaco di Parma).
Ora ti cacciano i probiviri
Altra novità è la nascita del Collegio dei Probiviri, che si differenzia dal Comitato d’Appello e che sarà composto da tre membri nominati dall’assemblea mediante votazione in rete su proposta del capo politico del MoVimento 5 Stelle. Ovvero Grillo farà alcuni nomi (cinque magari) e i tre con più voti diventeranno probiviri. Non male come prova di democrazia diretta, ma è specificato che questi due organismi non hanno alcuna funzione direttiva o rappresentativa. Del resto ci sono solo due figure, in tutto il Movimento, che non sono elette ma esercitano una funzione direttiva e rappresentativa, queste due figure sono il Capo Politico del Movimento (quando non fa passi di lato) e il gestore del sito (sempre) vale a dire Beppe Grillo e Davide Casaleggio. In ogni caso Grillo si riserva il potere di stravolgere le decisioni del Collegio dei Probiviri e del Comitato d’Appello. In caso sia in disaccordo con una sanzione può annullarla, con un procedimento simile a quello della grazia: si tratta del famoso Beppe grado di giudizio:
Il capo politico del MoVimento 5 Stelle, laddove sia in disaccordo con una sanzione irrogata dal collegio dei probiviri o dal comitato d’appello, ha facoltà di annullarla e, ove la sanzione risulti inflitta dal comitato d’appello, può irrogarne una più lieve.
In caso sia in disaccordo con qualsiasi altra decisione può decidere che a decidere sarà l’assemblea degli iscritti, mediante votazione indetta sulla piattaforma online. Cosa pensate che voterà il Movimento a quel punto?
In ogni caso, il capo politico del MoVimento 5 Stelle, laddove sia in disaccordo con una decisione del collegio dei probiviri o del comitato d’appello, può rimettere la decisione ad una votazione in rete di tutti gli iscritti al MoVimento 5 Stelle. La decisione dell’assemblea degli iscritti è definitiva ed inappellabile, anche se intervenuta su decisione del collegio dei probiviri.
Ciao mamma sono all’assemblea dei Cinque Stelle
È importante segnalare che le nuove regole si potranno applicare anche ai procedimenti in corso, ovvero ad esempio al caso Pizzarotti; i casi in cui era stata già disposta l’espulsione, ovvero quelli di Roma e di Napoli, rimangono fuori dalla giurisdizione del Collegio dei probiviri. Mentre potrebbe rientrarci (probabilmente se lo accetterà lui stesso) il sindaco di Parma, che ha atteso quasi 120 giorni la sua sentenza senza che arrivasse.
Infine il tocco finale, la modifica che manda in soffitta per sempre il principio dell’Uno vale uno:
Gli iscritti potranno utilizzare lo spazio dei commenti all’interno dell’avviso di indizione della votazione per la discussione sulla questione posta.
Lo spazio dei commenti diventa il luogo della discussione assembleare. Un vero e proprio colpo di genio: da quando esiste il blog né Grillo né il suo Staff sono mai intervenuti nei commenti. Lo spazio per la discussione assembleare quindi non ha mai coinvolto (nemmeno per la moderazione) i vertici del Movimento. Quello spazio cacofonico, affollato di appelli che spesso non hanno nulla a che fare con l’argomento dei post (l’off-topic regna sovrano) dovrebbe essere il luogo della discussione assembleare. Alla fine la democrazia diretta di Grillo è così: lui dirige, gli altri si accontentano di partecipare. Visto come funzionerebbero le nuove espulsioni, a un 5 Stelle conviene votare per le modifiche senza espulsioni.